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SOKROVENNO: De Rerum Natura

data

20/11/2009
80


Genere: Black Progressive
Etichetta: Bleak Art Records
Distro:
Anno: 2009

Molto professionale più di tanti altri, il quartetto lombardo concentra le proprie forze creando un concept originale (epicureismo e filosofia i temi trattati), sostenuto da una musica abbastanza interessante. Ci troviamo davanti un black metal lento, sperimentale, che non risente della lunga durata di alcuni brani anzi, riesce a snodarsi con facilità, grazie agli ottimi inserti che divagano tra arpeggi malinconici, e parti più alla Alcest. Non tanto per l’effetto shoegaze, quanto per l’atmosfera che oscilla tra il leggero dilaniare del singer e i canti caotici ma ragionati della sezione ritmica. "Flammantia Moenia Mundi" è un capolavoro: un brano che in dieci minuti, riesce a fondere il concetto di musica sperimentale in un modo certo non nuovo, ma sicuramente interessante, che prende al primo ascolto: ben riuscito l’assolo, che funge da break melodico e introduzione al prossimo brano. Ognuno di questi, sei per la precisione, sono accompagnati da alcune strumentali che, se in tanti dischi sono solo sinonimo di skip improvviso, in tal caso si lasciano ascoltare in quanto accompagnano intelligentemente tutto il "poema epico didascalico" creato dalla band. È una scelta e un percorso coraggioso quello dei Sokrovenno: "scegliere" proprio questo black così tanto criticato è una bella sfida, vinta sicuramente quando le nostre orecchie udiranno il brano in madrelingua "Sulla Mortalità Dell’Anima", sempre sulla scia degli altri brani, ma intervallato da stacchi black/prog che spingono più il piede sull’acceleratore. Finale in assenza di voci: un susseguirsi di arpeggi, parti acustiche e altre distorte, poi ancora un finale dolce che purtroppo, si poggia su un finale sfumato. Diciamo che l’amaro in bocca, è perché avrei preferito qualche parte schizzata delle loro. I ragazzi ci sanno fare: quando se ne escono con quegli spunti prog nelle parti cadenzate son davvero entusiasmanti. Ovviamente tenete conto del genere di cui sto parlando: non si parla di blast, non si parla di distorsioni tirate all’inverosimile: è un modo di proporre black metal più intelligente e personale, ecco. E per questo vanno premiati, tenendo conto delle loro grandi capacità per quanto riguarda il songwriting.

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