SIGNS PREYER: SIGNS PREYER
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27/04/2012I Signs Preyer registrano nel 2011 il loro primo full length e lo intitolano con lo stesso nome della band. Originari di Orvieto, facendo tesoro delle esperienze dei membri che compongono band, realizzano dei suoni heavy metal contaminati prepotentemente da elementi crossover e stoner. Il risultato di questo impasto si traduce in brani molto potenti che richiamano palesemente i Black Label Society dai quali hanno tratto ispirazione in moti pezzi. Nonostante questo la band umbra riesce a creare dei suoni sufficientemente personalizzati e caratteristici da non far sembrare i Signs Preyer la brutta copia di band più blasonate. In questi anni i SP sono stati anche impegnati con un'intensa attività live che ha portato la band a suonare con Corrosion of Conformity, Paul Di Anno, Pino Scotto ed altri artisti di rilievo minore. Passando ai contenuti il disco si apre con "Anger", un brano introspettivo interpretato esprimendo al meglio l'essenza e il carattere della band. La chitarra gioca un ruolo da protagonista costruendo l'ossatura dei suoni che comunque vengono accompagnati e arricchiti da una voce in perfetta simbiosi con la potenza sprigionata dal quartetto. Questo album riesce comunque a guadagnarsi l'attenzione dell'ascoltare durante quasi tutta la sua durata con dei picchi in pezzi come "It Comes Back Real" e "Painless Pain", brani molto accattivanti che sprigionano quell'energia e quella cattiveria tipiche delle band heavy di qualità. Il disco è sicuramente di valore, non troppo innovativo, né eccessivamente banale. Negli anni Novanta sarebbe sicuramente riuscito ad avere una visibilità e un riscontro maggiore rispetto a quello che probabilmente l'attuale panorama musicale potrà offrirgli.
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