SECRETTOWERS: The Edge Of Thorns
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02/11/2015Band nata nel 2004 nell'area dei Castelli Romani da un'idea del bass-player nonchè vocalist Marco Antonio Sergi, inizialmente dedita alla riproposizione di brani degli Iron Maiden, per poi sviluppare un proprio repertorio arrivando nel 2010 alla realizzazione di un EP a titolo 'Insanity Fair' che si è fatto ben apprezzare, una tappa d'obbligo necessaria per dar vita al cd di esordio su lunga durata. Sicuramente le figure di Dickinson ed Harris sono il punto di riferimento sia dal punto di vista canoro che su quello della struttura musicale. Innanzitutto è da segnalare il buonissimo lavoro svolto nella cura delle liriche che traggono spunto da fatti di attualità ma anche di storia e letteratura che fanno da cornice ad una impostazione musicale classicamente heavy però arricchita da elementi di natura prog, merito anche dell'intelligente utilizzo delle tastiere di Ludovica Faraoni. Si fa apprezzare la potenza e la timbrica vocale del carismatico Marco anche se le similitudini con quella di Bruce sono onnipresenti, aspetto che in un futuro prossimo sarebbe opportuno rivedere. Molto buone le performance strumentali sia nella figura del chitarrista abile negli arpeggi e anche come solista sia nella sezione ritmica, precisa e dotata di un buon 'tiro', visto che i brani si presentano sempre gradevoli, ricchi di dinamismo e cambi di tempo, mentre qualcosina da migliorare ci sarebbe riguardo la produzione, non particolarmente brillante, ma bisogna tener in dovuto conto il fatto che si sta trattando di un lavoro autoprodotto. Non si ravvedono evidenti cali di tensione, le idee ci sono e assolutamente più che sufficienti per un cd di debutto. Attualmente la band è alle prese con quello che dovrebbe essere il sequel di 'The Edge Of Thorns', ed è notizia di questi giorni l'arrivo di un nuovo tastierista (si occuperà anche delle parti di chitarra ritmica) in sostituzione della dimissionaria Ludovica, speriamo che la band sia in grado di confermare quanto di buono espresso fino ad ora cercando magari di aprire il loro sound anche ad altre soluzioni, sound che già allo stato attuale si mostra piacevole e degno della nostra attenzione, ma dare un taglio almeno parziale alle maideniane influenze che impattano a volte in misura eccessiva non sarebbe certo una cosa da scartare.
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