SCAR SYMMETRY: HOLOGRAPHIC UNIVERSE
data
23/06/2008Terza uscita per gli svedesi, a pohissima distanza dal precedente 'Pitch Black Progress', datato 2006. Sostanzialmente la differenza con il lavoro precedente non è grandissima, ma qualcosa di nuovo lo si recepisce. Allora, chiariamo subito il genere: tutta la filastrocca "Melodic Progessive Death Metal" altro non vuole indicare che il sound degli Scar Symmetry è fortemente debitore della seconda ondata Gothemburg (In Flames, Soilwork, Kalmah, Satariel...) con tutto ciò che ne comporta, ma allo stesso tempo incorpora quegli stilemi tipici del progressive (il batterista Henrik Ohlsson milita anche negli ottimi Theory In Practice). Ora, come suonano questi Scar Symmetry? Vi diremo subito che non hanno l'aura oscura e l'evocatività degli Opeth, le geniali architetture dei Theory In Practice o dei Neglected Fields: i nostri sono maggiormente avvezzi alle tastiere melodiche e futuristiche, con moderate quantità di virtuosismo (il che potrebbe anche essere considerato un bene), strutture ritmiche elaborate ma non spaventose, melodicissime e struggenti armonizzazioni e una solistica da capogiro. Ma allora cos'è che non va? Ve lo diciamo subito: quell'orribile, ruffiano, onnipresente cantato pulito/pop, che si alterna a sporadiche parti in growl, attorno al quale orbita l'intera struttura compositiva. Ovviamente ci sono i riff ben costruiti e i fraseggi tutt'altro che brutti (in certi passaggi si sente qualche eco degli Shadow Gallery), ma i brani di 'Holographic Universe', quando non sono la classica robetta pseudo death scandinava ipercommerciale con la struttura riff/melodia-growl-pulito-growl-pulito-solo-pulito tendono a mantenere grossomodo lo stesso sound limitandosi ad aggiungere qualche tempo irregolare ma si infarcisce, drammaticamente, di melodie pop-oriented e sempre più leggere, tutte imbastite intorno al clean di Christian Älvestam. Produzione ipercompetitiva, ovviamente, così come è ovvio il successo commerciale di sta roba. In ogni caso, come detto in precedenza, non sono le capacità o le competenze quello che mancano qui. E' ben altro. E questo lo sanno benissimo.
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