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SAXON: LIONHEART

data

22/09/2004
72


Genere: Heavy Metal
Etichetta: SPV
Anno: 2004

Con "Lionheart", titolo devotamente ispirato a Riccardo Cuor di Leone, i Saxon scoprono la carta della velocità powerizzata grazie all'innesto in formazione di Jorg "doppia cassa" Michael. Sottile novità non indigesta al sound tipico della leggendaria band iglese ormai da oltre 25 anni sugli scudi, ed una carriera ed una importanza storica invidiabili. O, almeno, non indigesta al sound assai più grintoso, a tratti epico e più moderno rispetto ai canoni abituali. Ciò a partire da quel bellissimo disco intitolato "Unleash The Beast", vera e propria rinascita artistica di qualche lustro ed oltre fa.Purtroppo, questo nuovo disco esalta ad intermittenza, partendo alla grande con due fast song, due gelide rasoiate che susciteranno la curiosita di maniaci omicidi che s'appartano di notte con slicing machines e promiscui prosciutti, ma anche i fan di vecchia data e le nuove generazioni devote allo speed sound di matrice teutonica; proseguendo poi con una parte centrale debole, noiosa ("Justice")che non sfrutta a pieno il treno che Biff e soci si ritrovano dietro alle pelli, risulatando anche abbastanza pacchiana nel velato tentativo di suonare gotica in certi fraseggi di "Beyond The Grave" in cui lo stesso Biff scende volutamente di tono quasi a volere fare il verso a Jare Peratalo. Inoltre, poco incisiva la title-track, tentativo non del tutto riuscito di suonare epici non riuscendo ad evocare il pathos necessario per narrare le gesta di Riccardo. Poca cosa anche "To Live By The Sword", dinamica ma scontata alla pari della produzione mediocre del power più intransigente. Per fortuna il disco riprende il volo sferrando un trittico finale degno di nota, un'apoteosi di riff degni della migliore tradizione ma dal taglio dannatamente moderno e vincente(la bellissima "English Man 'o' War" su tutte). Mi preme sottolineare la grande versatilità di Biff ed i miglioramenti che questi ha ottenuto nel corso degli anni. Forse uno dei pochi singer storici ancora in grado di interpretare le song con immutata attitudine, ma anche tecnicamente oggi in grado di gestire le proprie performance con una maturazione fuori dal comune. Peccato per un lavoro che avrebbe meritato più continuità stando anche ad una produzione stellare e ad una band superaffiatata nonostante la presenza di soli 2/5 dei membri storici.

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