SATAN: Earth infernal
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01/04/2022Nome di assoluto culto quello dei Satan, sfortunata quanto peculiare realtà del metal britannico di inizio anni '80 che a suon di "twin guitars" (la coppia d'asce Tippins/Ramsey è sempre stata il punto di forza della band a livello strumentale) ha investito gli imberbi metalhead dell'epoca con un'efficace miscela di speed tecnico e al contempo melodico. Dopo aver ripudiato per ben due volte questo storico (ma "scomodo") monicker, cercando fortuna con altre denominazioni, da qualche anno (ormai più di 10) la band si è riappropriata della sua identità facendo risorgere la fenice dalle ceneri, e in epoca di "revival" i Satan sono finalmente passati dall'essere bistrattati per anni ad ottenere finalmente la meritata considerazione come seminale nome di culto della scena. Arrivati al quarto disco dalla reunion della line-up dello storico "Court In The Act", i Satan non deludono il proprio pubblico, andando sempre piu all'origine della propria musica ed eliminando del tutto quel sound maggiormente "compresso" che aveva caratterizzato dischi come "Life Sentence" o "Atom By Atom" per tornare ad un settaggio maggiormente analogico, "datato", genuino e "imperfetto". Lo stile segue di pari passo la gestione "old school" dei suoni, presentando brani coi quali sembra di tornare ai gloriosi tempi del movimento N.W.O.B.H.M.: è cosi che Brian Ross (dall'alto delle sue 68 primavere) gestisce con navigato mestiere le linee vocali della notevole tripletta iniziale ("Ascendancy", "Burning Portrait" e l'ottima "Twelve Infernal Lords"), senza che l'ispirazione venga meno anche nei pezzi successivi della tracklist (sugli scudi anche "A Sorrow Unspent", la maligna "Luciferic" e l'epica conclusione con "Earth We Bequeath"). Se li amate state tranquilli, con questo disco andrete sul sicuro, perché anche questa volta i Satan non hanno deluso la propria audience!
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