KURNALCOOL: BUMBA ATOMIKA
data
25/04/2005Immaginate, per un attimo, di fare un piccolo viaggetto con la vostra mente: non siete più davanti a una barbosa recensione del cazzo, ma siete con i vostri amici, tutti riuniti in una taverna marchigiana, davanti a grossi e scintillanti bicchieri pieni di vino rosso, denso e ad alta gradazione, con vecchi che bestemmiano e donne che fuggono via, terrorizzate dalle avancès fomentate dall'antidepressivo più salutare del mondo. E' da questo ambiente, da queste serate, da questa atmosfera, da questo alcolismo pulsante e travolgente, è da questa quintessenza di giovinezza e voglia di fare casino che nasce la musica di quella che senza timore definisco la più grande band di heavy metal demenziale mai nata: i Kurnalcool. Alfieri del genere da loro creato, l'ormai mitologico "Vì Metal", paladini della fede nel Dio Bacco (sempre sia lodato), con un passato donato al metallo più rovente degli eighties e un presente di fenomenali strumentisti devoti al loro verbo avvinazzato: questo sono i Kurnalcool, la leggenda vivente di Falconara. Con una formazione a dir poco atipica, che annovera ben due fenomenali batteristi di formazione jazz, e alterna dietro al microfono il graffiante Big George al possente Bigwhite, i "kurnacchioni" sono al loro debutto: in "Bumba Atomika" la prima registrazione "seria" delle Kurnacchie dona smalto e grinta a brani che, oltre ad essere irresistibilmente comici e cazzuti, risultano incredibilmente potenti e convincenti! Riffoni ora più metallosi e priestiani, ora più hard rockeggianti e scanzonati, tempi di batteria massicci e incalzanti, gli sbalorditivi solos di Mike Trilling (non credete di avere a che fare con un gruppetto di dilettanti ragazzi, i Kurna fanno mangiare merda a nomi ben più noti, e chiudo qui prima che arrivino denunce e infermieri della neuro a casa) e soprattutto i deliranti (ma stupendi) testi, questa la ricetta del Vì Metal. I racconti dei fumettistici episodi della band (non osate chiedere se sono veri o meno, nei Kurnalcool si crede e basta, è un atto di fede) esplorati nei due metal-hits "Skienò" e "Stomigo Skurnakkiato"; l'apologia etilica autocelebrativa dell'anthemica "Vì Metal" (Manowar, impallidite), i fenomenali intermezzi dement-folk di "Viè a Beve el Vì" ("el bevevene gli etruschi, el bevevene i romani...), e la terremotante cover di "Breaking the Law", che si ritrova tramutata in "Acqua e Limò", e guadagna a onor del vero non solo in comicità, ma anche in grinta e potenza! In questo splendido disco c'è davvero di tutto... le melodie, i cori, tutto è dannatamente irresistibile, dannatamente divertente! Metallo è anche questo amici miei, e in un periodo in cui "artisti" fin troppo noti, giocano a fare i novelli Schonberg, sfondando le loro cazzo di barriere musicali e abbattendo i loro cazzo di schemi (e masturbando il loro ego frustrato), c'è davvero bisogno di un'overdose di heavy metal puro, genuino, demenziale, divertente e travolgente come quella che otterrete da questo disco. L'unico rischio che correrete sarà quello di innamorarvi perdutamente di questa band che per me rimane un vero e proprio dono dal cielo. Oltre naturalmente a quello di ritrovarvi con una cirrosi epatica a 26 anni, ma se come Achille sceglierete una vita breve e gloriosa, non vi pentirete di aver dato la vostra anima al Dio del Vì!
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