SARKE: Viige Urh
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11/12/2017Il mio primo contatto con i Sarke fu ai tempi del terzo full 'Aruagint', disco talmente sgonfio che, se non fosse stato per la presenza di Nocturno Culto al microfono, chissà quanti sarebbero andati oltre a un paio di ascolti per recensirlo. Ma il tempo per malignarci un po' su, con battutine o giudizi affrettati non è durato poi molto, giusto quattro anni, il tempo che questo nuovo 'Viige Urh' arrivasse nella mia email. In realtà, pur non essendo difficilissimo fare meglio di 'Aruagint', anche il precedente 'Bogefod' dello scorso anno, ci aveva mostrato il carattere di questa band, che stavolta però, è riuscita a tira fuori un bella fetta della sua anima rischiando un bel po', con tastiere e chitarre che si divertono come mai in passato, a cambiare le carte in tavola, senza paura di mostrare sfumature melodiche e ammiccamenti hard rock, dissociandosi così da quelle classiche partiture black metal che rischiavano di far sprofondare la band nel fosso anacronistico che ormai sta inghiottendo il genere. Già dalla seconda “Dagger Entombed”, epica e acida, si capisce che le cose sono cambiate in meglio, e mai ci saremmo aspettati un brano apocalittico, drammatico e a dai tratti psichedelici come “Punishment To Confessions”, prova che da oggi, considerare i Sarke soltanto per la presenza di un monumento della scena black norvegese come Nocturno Culto, sia quantomeno inappropriato e superficiale.
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