SACRED: BEYOND THE END OF THE WORLD
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13/05/2004Hard Rock alla Dokken con un pizzico di Progressive Metal alla Queensryche: così viene definito il prodotto di questi quattro ragazzi spagnoli, autori di un debut album di ottima qualità. "Beyond The End Of The World", questo il titolo, è una sorpresa gustosa, che difficilmente potrà non piacere. Nove tracce di ottima musica, magistralmente scritta ed eseguita, con alle spalle una produzione più che dignitosa, in grado di valorizzare al meglio le caratteristiche del gruppo. Il livello tecnico è buono, la fantasia c'è, e le performance individuali e di gruppo valgono un ascolto. Da segnalare la voce di Canalìas, fresca e priva di elaborazioni, senza sforzi o tirate che ne guastino l'esecuzione, e tra l'altro, cosa non indifferente secondo le riviste locali, "priva di accento". Bella prova anche per gli altri componenti, capaci di ricreare atmosfere che in qualche modo rimandano ai vecchi Dream Theater (e questo non vuol dire poco) con fughe trascinanti e pochi, ben piazzati e mai eccessivi tecnicismi. Tra i pezzi spiccano la ballad “She”, unico brano su cui Canalìas rischia di rendere male, e ci si avvicina pericolosamente, e la strumentale “Behind The Mask”, prima delle due parti che compongono il title-theme, “Beyond The End Of The World”. Quest’ultima è forse il pezzo che meglio unisce la tendenza Prog della band ad un Hard & Heavy vecchio stampo, in un carosello onirico e fluttuante.
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