ROAD SYNDICATE: A Shot Of Rock'N'Roll
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17/05/2024C’è qualcosa di più profondo in questo terzo album dei Road Syndicate: unità di gruppo, fratellanza, diritto al singolo, una risposta celata a chi non aveva compreso, o intuito, l’idea di ‘VOL II’. Ritorno alle origini, ma non per accondiscendere alle idee della massa, dei puristi, degli stereotipi. Uno sparo dritto in fronte! Cambio di etichetta (ora Elevate Records) e cambio di bassista. Hard rock diretto, energico, easy listening (Waysted di Danny Vaughn), depurato di sperimentazioni, informazioni genetiche che riaffiorano (The Beatles, Duran Duran, Pink Floyd); improntato su ciò che li ha portati lì (i primi Kiss, in primis). Nulla di nuovo, è il loro sound, ma ripulito del fattore rischio. Sicuri, compatti, aggrappati al potere del rock & roll. Tracce che fanno riemergere la loro venatura più heavy, rivisitata con il loro essere (non più ragazzini), eppur sempre pronti a scherzare come degli adolescenti sulle note del metal. Assolutamente credibili nel proporre un sound catchy alla Ozzy di ‘Ultimate Sin’, o nella citazione sonora mascherata di un richiamo floydiano (da una voce dedita a Bon Jovi e Springsteen), e soprattutto da una band tatuata di R&R, radicato nel blues, e nel groove funk. Si riparte dallo spirito primordiale. Un passo indietro per un prodotto più genuino, misurato, non artefatto. Suona meravigliosamente. Cercherò di spiegarmi meglio. Easy listening. Ma quanto è radiofonica “I’m Alive”?!?. E’ un mughetto rock, la sua fioritura illumina di bellezza le zone d’ombra del sottobosco incanta e ti fa cantare. Spirito primordiale. Aroma di “Secret Loser” di Ozzy in “Holy Ground” rallentata fino a quando non vieni investito dall’istinto al divertimento dei Road Syndicate. Ecco, mi sento come Antonio Albanese nella scena del film ‘Un Uomo D’Acqua Dolce’ del negozio di dischi: il rullo dei tamburi è dinamite, il solo di chitarra è passione. Suona meravigliosamente. Come scivolano bene le parole sulla melodia di “Smilin’ Devil”. Fratellanza. Unità di gruppo. Il suono compatto e coeso della band, lacerata e ricostruita, in “Hungry Like The Wolf”, cover le cui sonorità elettro-pop (1982) e la sua linea di basso fondamentale si rivestono di hard sound, e con i loro mezzi i RS reinterpretano, mettendosi nelle mani di una chitarra alla Randy Rhoads (“Flying High Again”, Ozzy) e di una splendida batteria. Diritto al singolo. In “The Fighter” (di Lorenzo Cortoni). Cura del suono, abilità a posizionare i microfoni e altre capacità non facili da decifrare rendono il timbro prodotto da ogni strumento come un’esplosione di calda naturalezza, trasformano il luogo di ascolto, in un posto magico e sicuro dove restare! Non artefatto. La fluidità di “Before The Morning” è indice di un linguaggio blues di classe; sembra ispirato ad “I’m On A Winner With You” (1976, The Jess Roden Band): è davvero molto emozionante, ciò che vi ha riportato qui. Curioso l’extra percorso dell’album, con “Adrenaline” di Lanciotti/Ciccomartino, che si ricollega, per irruenza, ad una traccia demo, “Listen Up” della band glam metal romana Rude (1982-1988, gli anni del metallo). Parole non dette, ma suonate. Ben tornati Road Syndicate.
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