RIOT: Fire Down Under
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03/04/2018Chi segue con affetto e passione le gesta dei Riot custodirà gelosamente almeno una copia del leggendario ‘Fire Down Under’ (1981), un album imprescindibile per chi ha votato la propria vita all’hard & heavy, più volte oggetto di ristampa da parte di etichette discografiche più o meno specializzate. La Rock Candy, come è già capitato per il colosso ‘Narita’, mette la sua impronta garantendo un’edizione dal notevolissimo impatto sonoro, migliorandone la nitidezza (gli strumenti sono ottimamente bilanciati) e la corposità. I Riot dopo due eccellenti (seminali) lavori raggiunsero l’apice ma, soprattutto, la consapevolezza nei propri mezzi sfociata in ‘Fire Down Under’ e 10 brani viscerali ("Swords And Tequila", "Outlaw", la dirompente title track, "Don’t Bring Me Down", "Don’t Hold Back" e "Run For Your Life"), suonati con un’impressionante attitudine e foga giovanile. Trascinanti, veloci (ssimi), i Riot suonavano senza compromessi con in dote un’impressionante carisma musicale che gli americani, di quel periodo, fecero fatica a comprenderne il talento. Non a caso il quintetto newyorkese fece breccia in un’Inghilterra messa a ferro e fuoco dalla NWOBHM, e saranno proprio i sudditi della regina, solo un anno più tardi, a salvare letteralmente le chiappe ad un altro gruppo originario della grande mela: i Twisted Sister. La ristampa contiene 6 tracce extra, tra cui quattro brani già editi nelle varie versioni, dal taglio più melodico e suonate con un vigore più controllato.
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