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REVOLTONS: UNDERWATER BELLS

data

30/07/2009
77


Genere: Heavy / Power
Etichetta: My Graveyard productions
Distro:
Anno: 2009

Nuovo cambio di etichetta per i friulani Revoltons, che approdano alla My Gravyard e pubblicano il loro terzo lavoro, 'Underwater Bells', impegnativo full lenght di ben quindici pezzi. Il primo aspetto che si evidenzia sin dal primo ascolto è la componente stilistica: sempre più lontani dalle radici Prog, i Revoltons mantengono un'elevata complessità compositiva, supportata da un'eccellente tecnica esecutiva, dirigendosi però in maniera determinata verso i lidi dell'US Power; il tutto mantenendo comunque un fortissimo legame con le scuole Europee del Classic. In questo modo si sviluppano tracce dalle melodie immediate e coinvolgenti, caratterizzate però anche da una durezza sonora non indifferente: melodici e "cattivi" al contempo, i pezzi che compongono il disco si susseguono con grinta e passione, svelando a mano a mano un'atmosfera cupa che ha un che di post-apocalittico. Stupisce e colpisce la sessione ritmica, su cui svetta una batteria fatta di precisione e potenza ma anche di variazioni e fantasia, cosa oggi sempre più rara, mentre a completare il quadro affascina la voce di Andro, dalla vasta estensione dosata con acume: niente sfoggio di acuti infiniti, ma anzi un frequente cambio di timbrica che esalta alla perfezione il pathos dei pezzi. Buono anche il lavoro delle chitarre, attente a non strafare in fase di solo ma comunque capaci di evidenziare capacità più che notevoli. Le variazioni tra i pezzi sono talli da poter soddisfare palati ben diversi, andando da brani più improntati a matrici ottantiane a punte di melodicità a metà strada tra il Melodic Power ed il Power Prog; tanti sono i nomi di riferimento che vengono alla mente, ma nessuno in maniera talmente forte da sminuire l'originalità della band; tra questi spiccano alcuni passaggi alla Metal Church, subito abbandonati per accarezzare i più recenti Iced Earth mentre si strizza l'occhio ai Nevermore: appare evidente come si tratti di semplici riferimenti, vagheggiati con abilità mentre si amalgama il tutto in una sonorità personale ed incisiva. L'unico limite, che emerge timidamente dalla varietà stessa delle composizioni, è dato dal rischio di una certa difficoltà nell'ascolto; ciononostante, dando ad 'Underwater Bells' la possibilità di fare qualche giro in più nel lettore cd, non ci si pentirà: l'attrattività cresce con il numero di ascolti, e questa è garanzia di un buon investimento, che non stancherà presto.

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