PRISTINE: Ninja
data
27/07/2017Tutti ad elogiare e ad osannare, giustamente, band come i Blues Pills, che nonostante abbiano solo due album all’attivo affrontano con la loro sfrontatezza le cime più alte del blues rock attuale, grazie ad un contratto che li lega con Nuclear Blast e a tour in giro per il mondo, nonché alla presenza a tutto tondo di una perla del rock attuale come Elin Larsson. Ma prima di loro sono nate band come i norvegesi Pristine, i quali hanno all’attivo il doppio degli album, compreso il qui presente ‘Ninja’, e che come qualità compositiva e musicale non hanno nulla da invidiare a band più blasonate e più sponsorizzate come i Blues Pills. Reduci l’anno passato di un tour di supporto proprio ai Blues Pills, la band norvegese sfodera il quarto album della loro carriera sancendo l’accordo con la suprema etichetta discografica tedesca Nuclear Blast, e dimostra che, album dopo album, la band assume sempre di più una consapevolezza dei propri mezzi molto concreta, e che meriterebbero questa volta di uscire dal cono d’ombra nel quale molto spesso si sono trovati in questi anni. La parte del leone, o meglio dire della leonessa, continua a farla la rossa Heidi Solheim, protagonista, come negli album precedenti, dell’immagine di copertina che promuove al meglio gli album, ma soprattutto sfoderando, come anche nel precedente e scoppiettante album ‘Reboot’ datato un anno fa, una prestazione vocale assolutamente sopraffina e poderosa, elevandosi come tra le migliori esponenti del panorama blues rock internazionale dietro al microfono. Lei si presenta estremamente convincente nel modo in cui scandisce bene le sue parti, risultando facilmente comprensibile anche a chi non è particolarmente avvezzo con l’inglese; a ciò si accompagna, creando un connubio indissolubile, un uso della voce e delle varie tonalità da far rimanere a bocca aperta, talmente è importante. Ma non è solo la rossa vocalist ad essere protagonista; il suo lavoro non sarebbe così considerevole se non fosse per l’accompagnamento musicale che i suoi compagni le danno, sia nei pezzi più movimentati come “You Are The One”, “Sophia” e la bellissima “The Rebel Song”, che in quelli più soffusi e malinconici come la toccante “The Perfect Crime”, dove l’arrangiamento perfetto soprattutto dell’hammond di Anders Oskal e della chitarra di Espen Jacobsen la consegnano su un palmo di mano, coprendola di luce durante i suoi estesi vocalizzi. Tutta la band si rende in qualche modo protagonista nei vari brani; quando con le note di hammond (che sembrano quelle più ficcanti, grazie all’ottimo estro di Oskal), quando con gli spunti chitarristici sgorganti del buonissimo blues sanguigno, quando infine con le parti ritmiche di batteria, la band confeziona un album che si dimostra piacevole e mutevole, che riesce a cambiare gli stati d’animo in maniera piuttosto vivace, ma mantenendo sempre un pathos carico di passione, che in un brano come la lunga “Jekyll & Hyde” emerge in tutta la sua brillantezza. Un pathos che Heidi Solheim riesce a cesellare ed a modellare a proprio piacimento, mettendoci dentro anima, corpo, sudore, classe, audacia, e che i compagni di avventura hanno il piacere di assecondare con tutta la loro forza. Si spera quindi che, come dei perfetti ‘Ninja’, i Pristine si svincolino e fuoriescano con tutti i loro riflessi felini dalle posizioni che la rendono una band fin troppo sottovalutata, ahimè a torto.
Commenti