PELICAN: THE FIRE IN OUR THROATS WILL BECKON THE THAW
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04/09/2005"The Fire in our Throats Will Beckon the Thaw" è tra i dischi che attendevo maggiormente quest'anno, vuoi perchè il primo album dei Pelican "Australasia" è uno dei lavori più belli che mi siano capitati tra le mani ultimamente, vuoi perchè quest'anno death e grind non sono stati poi così generosi in fatto di uscite discografiche... e allora meglio buttarsi su qualcosa di più ricercato ma che sia opprimente come Neurosis e Isis. Purtroppo quest'anno non sono previste nuove uscite per i due gruppi di cui sopra ma Aaron Turner e Hydra Head ci corrono in soccorso curando la nuova creatura partorita da questa ispirata band di Chicago. Il cambio cromatico a livello di artwork trova riscontro anche per quanto riguarda l'aspetto musicale, l'anima southern infatti viene leggermente soffocata per lasciar sfogare la parte più armoniosa e, perchè no, psichedelica del gruppo. Siamo di fronte al classico album che cresce con gli ascolti e che, proprio perchè parliamo di musica strumentale, merita un'attenzione particolare: è importante infatti non perdere nemmeno un passaggio di un'opera in bilico continuo tra furia e rilassatezza. L'introduzione delle chitarre acustiche ha contribuito ad amplificare lo sfasamento che si crea quando si passa da una situazione di relativa tranquillità ad un improvviso ciclone, per poi tornare nuovamente alla quiete dopo la tempesta ("March Into The Sea" e "Autumn Into Summer" rendono perfettamente l'idea di quanto descritto). Di "Australasia" mancano i luridi riff stoner, che in questo nuovo lavoro si trasformano in fraseggi armonici dimostrando la voglia dei Pelican di crescere come musicisti senza soffermarsi su uno stile ben preciso. Un'ora di musica che tenta continuamente di sviare le convenzioni e i canoni musicali. Un'ora di emozioni e di velata sofferenza. Un'ora da passare assieme ai Pelican, attenzione però, le nuvole sono all'orizzonte.
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