PATHOLOGY: Pathology
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03/08/2017A tre anni di distanza da 'Throne Of Reign', i californiani Pathology sono di nuovo tra noi. La band ci aveva abituato ad una media produttiva altissima, praticamente un disco all'anno, forse insostenibile in termini di songwriting. Infatti, per la gioia dei fan ossessionati del brutal slam, ma un pò meno per quelli più esigenti, ecco il nuovo full omonimo, composto da una mezz'ora piuttosto noiosa, dove brutal e slam si affiancano senza mai contendersi il primato, rimanendo appoggiati l'un l'altro, in un equilibrio che rende tutto tremendamente piatto, senza spunti devastanti o altro che possano farci tenere le cuffie ben strette in testa. La band poteva e doveva sfruttare meglio l'inconsueta breve pausa che ha preceduto l'uscita del nuovo disco. Fra tutti i sottogeneri del death metal, lo slam è senza dubbio quello che meno si presta ad evoluzioni o sperimentazioni; e chissenefrega aggiungiamo, purchè si mantienga folle, viscido, fetido e deviatamente psicopatico come nel caso di 'personcine a modo' tipo Guttalax, Spasm e Putrid Pile. Salvando soltanto i primi due pezzi, qui si è perso anche quel poco di buono, break pesanti soprattutto, che in passato ha permesso a questi ragazzi di raggiungere una certa notorietà. Usare il proprio monicker come titolo del disco spesso simboleggia una rinascita, accompagnata da un grande lavoro che la conferma. Qui, invece, (ascoltate l'ultima traccia "Vermilion"), sembra più che altro il preludio di un epitaffio.
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