NEIGE ET NOIRCEUR: Vent Fantome
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17/05/2018Impulso distorto, eco che si perde nell’immensità di un’anima tremante, rattrapita da un gelo che ha radici profonde. La one-man band canadese Neige et Noirceur racchiude in sè tutto ciò, uno snodo da cui tribolazioni restano ancor più aggrovigliate, in cui i pensieri si accavallano. Vi parliamo qui del settimo capitolo di una carriera iniziata nel 2005. Ansia sublima in quiete improvvisa, sussurri trasportati dal vento in cui l’odio alimenta lo scontro, senza nemmeno più comprenderne la ragione. Subentra una sorta di silenzio interiore, una muta violenza che non risulta meno angosciante del più violento black metal, filone qui rappresentato nella sua più intimista espressione. Unitamente a ciò vi sono atmosfere di matrice ambient e sviluppi dilatati e mastodontici in tipico stile drone/doom. Vent fantôme richiede una certa pazienza all’ascolto, preda degli amanti di Darkspace e Paysage d'Hiver, cullandoci in un’estasi sensoriale in cui tutto viene percepito distante, ovattato, quasi fossimo sospesi tra coscienza ed incoscienza. L’incubo diventa realtà, presagi si materializzano per poi svanire, ingannandoci e ridestandoci da un sonno che pareva mortale. Un attimo, un movimento degli occhi nel vento freddo, un’agonia il cui termine è tregua a cui poi, coscienziosamente, diciamo no. Due brani da più di ventidue minuti l’uno vi danno l’idea della consistenza e lentezza del decorso di un full-length tutt’altro che semplice da assimilare. Chi non ama questo tipo di proposta, continuerà di certo a farlo, poiché non vi è qui alcuna intenzione di spostare di una virgola i dogma del filone. Discorso diverso invece per chi mastica il black e il drone in una miscela certamente inquietante. E’ indubbio come i Neige et Noirceur colgano a pieno il bersaglio, andando a segno a livello di emozioni suscitate, senza però metterci personalità o bagliori che li facciano distinguere tra la marea nera del genere. Ritmiche serrate, rumorismo e poi stasi si susseguono in un’innaturale inerzia di intenti, quasi la vita e la morte diventassero un unico gesto, legate tra gioie e dolori, consolazione e tormento. Il tempo perde significato, unità di misura dissolta in cui inizio e fine si abbracciano in un cerchio di volontà. Vi consigliamo di ascoltare Vent fantôme, di lasciarvi andare e di viaggiare in un gorgo in cui potrete rivedere parte di voi stessi.
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