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MUSTASCH: Mustasch

data

20/01/2010
60


Genere: Power/hard-rock
Etichetta: Nuclear Blast
Distro:
Anno: 2009

Dal relativamente lontano 2001 gli svedesi Mustach hanno accumulato cinque full leight, due e.p., nove singoli, un paio di compilation e pure un live dvd. Eppure basterebbe, almeno per una volta, affidarsi alle teorie ottocentesche di Lombroso per individuare in Ralf Gyllenhammar, cantante e chitarrista del quartetto, il clone del più celebre James Hetfield. I Mustasch sono in quattro, come i Four Horsemen. Banale, direte voi. Ralf Gyllenhammar sembra uscito da una delle photo sessions di Anton Corbijn per il celebre (flop) ‘Load’. Rilancio ancora: il combo svedese suona un power-hard rock figlio di ‘Load’ e ‘Re-Load’ dei Metallica. Stiamo parlando del periodo più brutto della più celebre band americana che una decina d’anni prima aveva inventato il trash-metal. Ma i Metallica avevano un passato ingombrante da difendere. I Mustasch al massimo hanno la loro (poca) personalità . Se l’intro sinfonica lascia ben presagire, le prime due canzoni sono l’evidente manifesto dell’intenzione di rendere questo omonimo quinto album il vero Re-Re-Load. O, se volete, ‘Load part three. The legacy’. Tutto l’album è una sequela di mid-tempos con poche variazioni (“Mine”),un paio di ballad, e diversi buchi (non riempiti da assoli) all’interno degli stessi che alla lunga annoiano non poco. Se l’uso degli archi è suggestivo e ben inserito nella già citata intro, nella ballad “I'm Frustrated” e nella traccia di chiusura, nel break di “Desolated” paiono come una colata di maionese su di un cono alla fragola. Proprio la ballatona con venature country “I’m Frustated” ci fa mordere il labbro. Se l’intenzione era quella di scrivere un pezzo alla “Mama Said” miscelato ad un qualsiasi lento di un qualsiasi album solista di Chris Cornell bisognava disporre di una voce dotata per lo meno di un timbro simile a quello di uno dei due celebri cantanti. Non c’è molto altro da aggiungere: a coloro che hanno amato ciò che i ‘tallica hanno sfornato tra il 1995 e il 1999 (ovvero un buon hard rock vitaminizzato a suon di power) questo disco è straconsigliato. Per tutti gli altri è superfluo ricordare che la tedesca Nuclear Blast ha decisamente di meglio da offrire all’interno del suo vasto catalogo.

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