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MONUMENTS: Phronesis

data

06/12/2018
58


Genere: Progressive Metal, Djent
Etichetta: Century Media
Distro:
Anno: 2018

Dalle ceneri degli immensi FellSilent sono nati i Monuments ed i Tesseract, entrambi i gruppi ci hanno omaggiato con nuovi album nel 2018. Sinceramente, nonostante entrambi siano il meglio della musica progressive metal inglese, per un motivo o per l’altro ho sempre pensato che i FellSilent fossero decisamente migliori. ‘Sonder’ dei Tesseract a sprazzi era eccellente; credete che ‘Phronesis’ dei Monuments sia meglio? Indubbiamente è un lavoro leggermente più duro, però manca di quel fattore creativo ed emozionale che lo pone al di sopra di ‘Sonder’ e soprattutto di ‘The Amanuensis’, per chi scrive disco dell’anno del 2014. Come al solito, per un gruppo talentuoso come i Monuments, gli elementi per scrivere un gran disco ci sono tutti. O forse no? Sprazzi di ritmi geniali, ben concepiti ed intricati al punto giusto che tuttavia non convincono completamente perché si capisce che John Browne e co. vogliono fare breccia nel mainstream djent, come hanno fatto i Periphery, fatto sta che le composizioni non hanno la profondità compositiva degli americani sia nella resa sonora, sia nell’intensità. Il suono digitale, compresso ed asfittico ci sta tutto. Scommetto che l’hanno registrato in un cesso, per prenderci in giro, tanto poi si sistema il resto col pro-tools. Una volta premuto play è difficile ascoltare una canzone come “Leviathan” e non pensare immediatamente ai Linkin Park di ‘Meteora’, forse con un pò più di palle. Però, ragazzi, questo è troppo, spudoratamente commerciale e così non va!  La colpa maggiore è da ascrivere al vocalist Chris Barretto il quale, nonostante sia dotato di una grandissima voce, potente e graffiante, preferisce fare un’imitazione da strapazzo di Chester Bennington, con tanto di sospiri e parole sussurrate. Quello che mantiene 'Phronesis' ad alti livelli è lavoro del nuovo batterista e le linee di basso di Adam Swan, precise e piene di groove. Deludenti invece le chitarre che vorrebbero assomigliare ad un incrocio tra un bisturi ed un macigno, invece sembrano registrate con un amplificatore da 15 watt. E che dire dei temi trattati nei testi? Siamo rimasti ai livelli dei quindicenni arrabbiati. Personalmente, questo è uno dei punti più deboli dei Monuments, incapaci di scrivere versi con il giusto spessore; un problema che li perseguita sin da ‘Gnosis’. Avessero prodotto un intero album intenso come l’iniziale “A.W.O.L.” o la progressiva “Vanta”, ‘Phronesis’ avrebbe potuto tranquillamente distruggere ‘Sonder’, invece sono rimandati alla prossima release. È giusto essere ambiziosi e desiderare di portar la propria musica il più lontano possibile, ma non a scapito di quella identità di gruppo interessante e tutto sommato originale che si erano creati. Ma a quando una reunion dei FellSilent?

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