MEGADETH: CRYPTIC WRITINGS
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21/01/2006Difficile dire chi negli anni novanta sia caduto più in basso tra Megadeth e Metallica: se gli eighties avevano visto i due gruppi spartirsi buona fetta del mercato thrash metal grazie ad indiscussi capolavori del genere, in questa nuova era le carriere delle due formazioni proseguono ancora in parallelo, ma questa volta il traite d'union tra Megadeth e Metallica è rappresentato dalle mediocri release provenienti da ambo i versanti. "Cryptic Writings" conferma infatti il trend discendente della band capitanata da Dave Mustaine, che culminerà nell'indecoroso "Risk" del 1999. Il presente non è un lavoro da cestinare senza appello, ma sicuramente ha poco a che spartire col passato glorioso dei Megadeth: a tratti sembra davvero di ascoltare una band abulica, incapace di colpire nel segno e vittima dell'ambizione del suo leader di portare avanti un'evoluzione incentrata su un fattore melodico più radicato. E proprio qui ritroviamo l'handicap principale di questo album, che si sviluppa attraverso soluzioni melodiche forzate ed insignificanti che mostrano il fianco in più di un' occasione. Su tutte "Almost Honest" che è quanto di più lontano dai Megadeth potesse esser creato: non solo non è thrash (e fin qui ok), ma non è più nemmeno metal. Con l'aggravante di non risultare neppure abbastanza catchy da passare per radio. Insomma un ibrido senza speranze. Per chi invece nella musica cerca energia il consiglio è quello di focalizzare l'ascolto su un limitato numero di tracce "The Disintegrators", "She-Wolf", "Vortex", "Fff": non sono certo brani per cui strapparsi i capelli e mettersi nudi a correre per la città ebbri di gioia, ma almeno danno un'idea di quelle che sono (o che sono state) le potenzialità dei Megadeth.
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