SINNER: Tequila Suicide
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20/04/2017Una vita da mediano. No, non stiamo parlando del ben noto cantautore emilano, bensì di Mathias Lasch, in arte Mat Sinnner, a cui può essere affibbiata benissimo questa definizione grazie ai trentacinque anni e passa dedicati alla musica, ma ancora ben lontano dal pensionamento. Un vero e proprio operaio specializzato dell'industria hard & heavy. La discografia dell'artista teutonico riferita al progetto solista è sempre stata contrassegnata da onesti episodi (alcuni anche rimarchevoli), che hanno più o meno sempre soddisfatto le esigenze dei fan, ma i migliori responsi li ha ricevuti mettendo le proprie competenze al servizio altrui, soprattutto quando si è unito con Ralph Scheepers dando vita agli eccellenti Primal Fear. Nemmeno 'Tequila Suicide', che vede il ritorno nella truppa di Tom Naumann e l'ingresso del nostro Francesco Jovino riesce a sottrarsi a questo destino. Mat ci presenta per l'ennesima volta un lavoro che rispetta fin troppo fedelmente i canoni del genere, con alcuni brani sopra le righe e altri oggettivamente più trascurabili. Come sempre le influenze dei Thin Lizzy spadroneggiano lungo tutto il tracciato (in particolare nella grintosa "Go Down Fighting", nella spedita title track e nella gustosissima "Gypsy Rebel"), con una certa devozione al Gary Moore dell'epoca Wild Frontier/After The War in "Battle Hill" che profuma di hard rock celtico lontano un miglio. Apprezzabili anche "Dragons" e "Road To Hell" le quali strizzano l'occhio anche ai Bonfire (soprattutto la prima), mentre nei brani dall'andamento più compassato l'entusiasmo viene smorzato nonostante i puntuali interventi solisti del fido Naumann, niente che possa pregiudicare in maniera grave l'apprezzabilità e la genuinità del lavoro di un musicista ancora sottovalutato, un'artista tutto d'un pezzo come pochi nel panorama odierno.
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