MARILYN MANSON: We Are Chaos
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18/09/2020Il buon vecchio Brian Warner ha presentato questo undicesimo lavoro in studio, battezzato ‘We Are Chaos’, definendolo un capolavoro; definizione condivisa con il suo nuovo collaboratore principale, ovvero Shooter Jennings, artista country che si sta reinventando con estremo successo come produttore (con tanto di Grammy in saccoccia). Ora, pur non essendo il capolavoro che i due hanno preannunciato nelle settimane precedenti all’uscita, siamo di fronte sicuramente ad un grande disco, senza dubbio il migliore tra quelli post ‘Born Villain’ (forse l’unico vero, grande passo falso del Reverendo, anche più di ‘The High End Of Low’). Procediamo con ordine: Jennings non è l’unica novità nella movimentata vita dei Marilyn Manson (eh sì, “dei”, visto che tendiamo a dimenticarci che si tratta pur sempre di una band, nonostante il gigantesco carisma del poliedrico frontman). Si registra infatti un cambio anche dietro alle pelli, con Brandon Pertzborn (ex Black Flag) al posto di Gil Sharone, e ovviamente con l’ingresso di Jennings si è interrotto il fruttuoso sodalizio con Tyler Bates, che aveva contribuito alla rinascita artistica della band con i due dischi precedenti. Manson ha pensato, per un breve periodo, di intitolare il disco semplicemente con il suo nome, segno evidente dell’esigenza di farne una carta d’identità del suono della sua creatura. Missione ampiamente compiuta, visto che tra i dieci brani che compongono l’opera troviamo un po’ tutte le sfaccettature sonore tanto amate da Mr. Warner; si parte, infatti, con una “rassicurante” mazzata alla vecchia maniera (“Red, Black And Blue”) per poi proseguire con l’evidentissimo tributo ai Beatles (!!!) del primo singolo e titletrack, a mettere in chiaro che d’ora in avanti ci troveremo su di una montagna russa. E così effettivamente sarà, tra i bowismi del secondo singolo “Don’t Chase The Dead”, la new wave di “Half-Way & One Step Forward”, la ballad malatissima “Paint You With My Love”, il blues di “Perfume” e di nuovo il Manson più classico e cavernoso di “Infinite Darkness”. Chiude in maniera impeccabile “Broken Needle”, andando a ripescare negli stessi abissi che avevano forgiato quel capolavoro immortale che fu “Coma White”. ‘We Are Chaos’ è insomma un disco bellissimo, scritto, prodotto e suonato in maniera impeccabile, con un’anima ben definita nonostante l’eterogeneità sonora che lo permea. Un mezzo trionfo per il buon Manson, che si conquista così la tanto agognata “maturità artistica” ed sembra imboccare la strada giusta per il futuro.
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