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MALNATT: PERLE PER PORCI

data

08/10/2004
75


Genere: Folk Black Metal
Etichetta: Il Male Production
Anno: 2003

Malnàtt (letteralmente "sporco" in dialetto bolognese) è un Ordine Mistico Musicale di ispirazione goliardica neo-templare che supporta incondizionatamente la supremazia del Maiale. Come dargli torto? Il Maiale domina e va supportato, altro che i tatanka dei pelle rossa, del porco veramente non si butta via niente. Minchiate a parte, i Malnàtt sono una creatura dell'attivissimo Porz (capoccia dell'etichetta "Il male production") e va considerata come una crew di musicisti più che una vera e propria band in senso letterale, visto il numero di persone coinvolte. Musicalmente parlando si muovono su meandri folk black metal e già vi immagino pensare che si tratti dell'ennesimo gruppo che scimmiotta le band scandinave; niente di più sbagliato. L'unione tra Black\thrash metal e strumenti tipici della tradizione popolare come fisarmonica e tamburello, i testi in dialetto emiliano e in italiano non possono certo far confondere i Malnàtt con i tanti gruppi folk black che circolano nella scena. Anche perchè la componente black del gruppo non è poi così marcata - a tratti infatti il riffing ricorda molto i Mercyfull Fate - e gli strumenti folkloristici sono parte integrante dei pezzi e non fanno capolino solo come breve intermezzo. "Perle per porci" va comunque diviso in due parti, la prima parte è composta dai pezzi realizzati proprio per l'album in questione, la seconda denominata "Tetralogia vichinga" è la riregistrazione di alcuni dei brani facenti parte del demo omonimo concepito nel 2001. Per quanto riguarda la prima parte c'è da dire che tutti i pezzi che la costituiscono sono di un livello veramente buono, a partire dalle atmosfere romantico\decadenti di "Deus Vult" passando per le accelerazioni black di "Ira" e la strumentale "Talebano", continuando con l'epica "Miseria" e concludendo con "1097-2001" un vero e proprio inno alla stupidità di tutte le guerre scoppiate in nome di una fantomatica religione. Pur essendo evidenti le differenze dal punto di vista stilistico delle due parti anche "Tetralogia vichinga" si mantiene su livelli più che soddisfacenti anche se il songwriting è ancora piuttosto acerbo. A concludere troviamo una bonus track che poco si integra con il resto del lavoro, trattasi di "Pezzo di metal" che ironizza su tutto il movimento nu metal: l'assolo à la Tom Morello e frasi come "We want to legalize Mary Jane, change your mind to change the world, and fight the system" mi hanno ucciso più volte. Meritano infine di essere citati particolarmente il growl del versatile Porz - capace di cambiare approccio vocale a seconda delle atmosfere che si vogliono ricreare -, l'ottimo drumming di Canaja e ovviamente Bistia e le trame tessute con la sua fisarmonica. Un lavoro che tenta di uscire dagli schemi imposti dal genere senza però scadere nello scervellotico e nel prolisso

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