MALMSTEEN, YNGWIE: RELENTLESS
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21/12/2010Malmsteen è un panzone. E' pacchiano. E' arrogante, egocentrico, presuntuoso e via dicendo. Va bene, quindi? Ce ne fotte qualcosa? Breve punta d'acido zitelloso introduttiva perchè non vorrei si perdesse d'occhio la sostanza dietro la sequela di ovvietà e banalità che circondano da tempo il buon vecchio Yngwie, quella sostanza che fa di questo 'Relentless' un buon album. Dopo una schiera di lavori non esaltanti, soprattutto dopo dischi con produzioni e suoni orrendi, mastro Yngwie sforna un cd di valore che viaggia proporzionalmente di pari passi con la qualità della produzione. Si, ancora zavorrata al passato, ancora ottantiana, ma indubbiamente, maledettamente efficace. Così come i brani che non spostano di una virgola lo stile del chitarrista svedese, ma che funzionano e tanto seppur scadono qualche volta nella formula vincente da ripetere qualche volta di troppo. Di fronte ad un lavoro così ispirato, però, converrete diventano difetti su cui si soprassiede volentieri. Insomma, inutile girarci tanto intorno, 'Relentless' è un disco convincente, composto da ottimi brani sia interamente strumentali, sia cantati - ancora da Ripper Owens - che riportano in quota il talento scandinavo fin troppo spesso preso di mira per aspetti secondari che poco hanno a che fare con la sua arte: l'assolo di "Look At You Now", per dire, basterebbe a giustificare l'acquisto del cd. Ma c'è dell'altro, come l'epica e battagliera "Enemy Within", resa straordinaria anche dall'interpretazione di Owens; c'è "Critical Mass" con la sua forza espressiva tipicamente malsteeniana; poi c'è tutto il comparto strumentale, nonchè esecutivo - a dir poco superlativo - in particolare quest'ultimo noto ai più e da sempre oggetto di discussioni che, sinceramente, lasciano il tempo che trovano. Niente di nuovo in poche parole, le solite cose, ma tanta, tanta classe abbinata a brani di livello.
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