MAD DOGS: We Are Ready To Testify
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20/11/2020E’ il 1968, nelle notti del 30 e 31 di ottobre – Halloween - a Detroit al Grande Ballroom, viene registrato uno dei più grandi live della storia del rock: 'Kick Out The Jams’. Sul palco ci sono gli MC5 – Motor City 5 – una forza della natura, potenza pura, rivoluzionaria e carica esplosiva. Precursori del punk americano. Influenzarono il punk dei Sex Pistols, dei Ramones, il punk degli australiani Radio Birdman, il funk metal dei Rage Against the Machine, il garage dei Miracle Workers, dei New Christ e degli Hellacopters. Al microfono Rob Tyner: “Fratelli e sorelle! Voglio vedere un mare di mani là fuori! Fatemi vedere un mare di mani! Voglio che tutti facciano rumore! Voglio sentire qualche rivoluzione là fuori Fratelli! Voglio sentire una piccola rivoluzione! Fratelli e sorelle, è giunto il momento per ognuno di voi di decidere se sarà il problema o se sarà la soluzione! (Giusto!). Dovete scegliere Fratelli, dovete scegliere! Ci vogliono cinque secondi, cinque secondi di decisione, cinque secondi per realizzare il vostro scopo qui sul pianeta! Ci vogliono cinque secondi per rendersi conto che è ora di muoversi, è ora di scendere! Fratelli, è ora di testimoniare e voglio sapere, SIETE PRONTI A TESTIMONIARE?”
E’ il 16 ottobre 2020 e i Mad Dogs, con il terzo album ‘We Are Ready To Testify’ sono pronti a testimoniare. E’ l’album del nuovo punto di partenza del gruppo. Strumentazione solo analogica, volume altissimo e amplificatori valvolari per la registrazione. Adrenalinico, groove contaminante, duro è l’ingresso della band marchigiana con "Leave Your Mark on What You Do". Sono tornati, e sembrano molto determinati. Batteria serrata. Questa è Attitudine: il ritmo è sostenuto, non c’è un attimo di pace; sul finire, il riff rieccheggia in un vortice continuo - occhio alla cervicale – soprattutto, quando arriva il Boom. E ora fate silenzio, urla solo lei, la chitarra: suono stridente che urla libertà. Punk-rock la seconda traccia "No Regrets". Nella sua essenza: corta, efficace, caratterizzata da una velocità incontrollata e da cori da stadio. Con un urlato continuo (aaaaaa, aaaaa, aaaAAA, No Regrets), che segue una linea melodica tutta sua, il coro vuole solo manifestare la sua presenza. Il messaggio è chiaro: meglio vivere di rimorsi e non rimpianti. Dito medio a tutte le occasioni mancate. "Not Waiting" è esplosiva. Il linguaggio musicale dei cani pazzi ha preso corpo e dimensione: siamo negli anni ’70, le chitarre sono aggressive e il suono si arricchisce dei contributi caldi della tastiera e di un insaziabile ritmo afro delle percussioni che fa impazzire. "What Do You Say?" è il connubio del garage con il suono caldo dei pionieri del rock ‘N roll. E’ una grazia questa traccia. Due sono le voci: suono brillante, retrò, rock, che mi riporta a Chuck Berry, da una parte e dall’altra, un mix garage creato tra basso, batteria, chitarra elettrica e voce. Uno a zero per i Mad Dogs rispetto ai gruppi con sonorità simili. Nella rumorosa tipicità del garage, riescono ad ottenere un suono molto pulito che mette in evidenza la Gibson principale ed un chiaro ritorno al primo rock ‘n roll. Creano un vero e proprio dialogo tra le chitarre. E’ questo è sintomo di una forte Identità. La title track fa pensare ai Rage Against The Machine di ‘The Battle Of Los Angeles’, ed il suo cadenzato, invece, mi rimanda allo stoner dei Queens of the Stone Age dell’album ‘Rater R’. Tracce di rock alternativo già presenti fin nel loro album d’esordio ‘Niente è come sembra del 2015. L’album termina con un pezzo fantastico, psichedelico. "Postcard From Nowhere" è l’anima dell’album. Spaghetti western, suoni cristallini, la GIBSON 335 con la sua cassa semi-hollow baby risuona sonorità dolcissime, riconoscibili. Il suono è regolare, semplice e conturbante. Musicalmente affronta il tema del viaggio come ripartenza: "Ecco di nuovo quella sensazione magica. Partire è una rinascita. Riempi il bagaglio delle tue emozioni. Ascolta le onde. Goditi il sole. E non lasciarti sfuggire un’altra possibilità.” Ascoltatela, proverete la sensazione del trovare la password corretta. I Mad tanto pazzi non sono, se insegnano a credere nei propri sogni, e ad utilizzare la musica come mezzo per essere vivi e davvero liberi.
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