LIONVILLE: II
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23/01/2013Se è vero che il primo Lionville era un buon disco, ma laccato e stragonfio di rimandi, questo secondo capitolo gode di uno sgrezzamento positivo di sonorità, ma presenta ancora più brani riempitivi rispetto dell'esordio. Inoltre, non abbiamo assolutamente apprezzato la staticità ritmica ed il poco mordente della batteria che a lungo andare finisce in secondo piano, defilata quasi come uno strumento utile, ma non necessario. Da questo punto di vista si sente la mancanza dietro le pelli di Pierpaolo Monti con il suo drummning dinamico ed allo stesso tempo concreto, qui solo in veste di co-autore di alcuni brani. Per quanto concerne i contenuti, invece, questi sono rimasti invariati rispetto al primo album, quindi buone canzoni, e per quanto tali destinate a non lasciare segno evidente al loro passaggio: nessun brano memorabile, alcuna melodia da consegnare ai posteri, assoluta assenza di idee. A favore di 'II' gioca la professionalità della truppa di Del Vecchio - si, presente anche in questo disco - nonchè l'ottima carrellata di ospiti, e la passione evidente per il genere con i consueti "omaggi" a chi ha scritto la storia del rock melodico. Sinceramente poco per un progetto che potrebbe lavorare di più sugli arrangiamenti e sulle priorità melodiche, invece che ripetere schematicamente certe scelte stilsitiche che non hanno più niente da dire - discorso quest'utlimo che si potrebbe estendere a buona parte delle uscite in ambito AOR/melodic rock degli ultimi anni. Alla fine viene fuori un lavoro piacevole, ma poco ispirato, adatto per qualche ascolto e via e destinato ad aor maniac incalliti che fin dal primo lavoro considerano i Lionville come i nuovi salvatori del rock allo zucchero filato. Per noi che proviamo umilmente sempre a guardare avanti, ad andare oltre, è un disco come molti altri.
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