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LEVIATHAN: BEYOND THE GATES OF IMAGINATION PT. I

data

16/09/2011
75


Genere: Progressive Melodic Death Metal
Etichetta: Bret Hard Records
Distro: Twilight-Vertrieb
Anno: 2011

Esordio per i giovani metallers teutonici Leviathan, autori di un sound forse non del tutto maturo, ma certamente interessante e complesso, con influenze che partono dal progressive ottantiano fino a toccare i territori più estremi del death metal, per poi arricchirsi di influenze neoclassiche e folk. Dopo la breve intro strumentale, già di ottima levatura, si parte con "Beneath A Blackened Sky", brano che inugura il primo dei tre atti in cui è diviso 'Beyond The Gates Of Imagination'. Il pezzo parte con ottime parti sinfoniche che lasciano subito lo spazio a un devastante attacco death melodico di scandinava fattura. I ragazzi danno subito prova della loro competenza tecnica con ottimi fraseggi dal gusto classico in puro stile Children Of Bodom, e i pregevoli breakdown. Ottimo inizio, però con la successiva "Where Light And Death Unite " le cose vanno anche meglio: l'attacco è assai più pesante con riffoni spettacolari, break da capogiro, la solistica ottantiana in puro stile Helloween, con spettacolari armonizzazioni chiatta-tastiera in stile finnico, potrebbero essere gli Stratovarius o i già citati COB. Poi le cose evolvono in maniera davvero impensabile con "Servants Of The Nonexistent ": siamo nel secondo atto, e il sound si tinge di folk e dissonanze, si arricchisce di sitar e acustica, per poi abbandonarsi a melodie celtiche in puro stile Finntroll, evolvendo un capolavoro di oscura magniloquenza. Ma il vero capolavoro è la conclusiva "Sway Of The Stars ", lunga e articolata sinfonia prog che alterna momenti di violenza a ricercatezze orchestrali di ottimo livello, a tratti sembra di ascoltare una composizione di Trevor Jones, a tratti il prog metal anni ottanta al suo meglio, per quanto certi passaggi siano, a volte, un po' troppo forzosi e fini a se stessi. Buona anche la produzione e ottimo il mastering, altro elemento che rende il disco perfettamente invitante, anche se a livello compositivo i ragazzi non hanno ancora raggiunto una maturazione tale da fare la differenza.

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