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KORITNI: Long Overdue

data

20/05/2023
89


Genere: Classic Rock, Hard Rock
Etichetta: Veryrecords
Distro:
Anno: 2023

Koritni, ‘Long Ouverture’ (ottava portata). Sconosciuti, ma preziosi come gli Angels! Ingredienti. Prendete solo il lato rockettaro dei Trust (non quello contestatario e nemmeno vocale), il lato musicale spudorato e cafone degli Skid Row e/o dei Guns N‘ Roses, ritmi da Free/Bad Company, il suono caldo antico da telecaster delle sei corde, i riff sedimentati dalla matrice blues; insomma, quel sano rock and roll spolverato, liberato da etichette e attualizzato, una sorta di School Of Rock dei giorni nostri: staffetta musicale marchiata dalla voce grintosa di Lex Koritni. Rock al 100%. Il rischio di band classic rock, come loro che attingono alle linee compositive dei loro predecessori, è di creare “il già sentito”; nel loro caso è proprio questa la loro forza: riuscire nel 2023 a creare il rock radicato su territorio australiano (AC/DC), dall’animo francese, ma per nulla ripetitivo, anzi fantasioso e convulsivo. Provate ad ascoltare nel primo album ‘Lady Luck’ (2007) gli scarafaggi reinterpretati dai Koritni (vi sorgerà quel dubbio, ma è lei o non è lei), è il caso in cui la composizione scritta da altri (“Got To Get You Into My Life”), diventa un vestito proprio, unico e riconoscibile! A mio giudizio loro sono dotati di curiosità, e finalmente in questo progetto sono privi di tediosità. Sono atomici, chitarre parlanti, sound cinetico, groove da cupido, ritmo allettante. Voce glam, dal cantato stradaiolo, fluido nei passaggi slang (grande dote di Lex) anche gridato, ma sempre stracurato e modulato. E soprattutto sempre coerenti con la propria identità musicale. Loro sono così: prendere o lasciare. Rock puro usato come unico linguaggio, anche per comporre tracce, che non sono ballad, seppur poetiche. E con ‘Long Overdue’, realizzano in studio un prodotto più elettrico, meno acustico rispetto al passato (che sicuramente riarraggeranno unplugged in sede live, come da loro consuetudine); album senza cedimenti, composto senza cadere nella noia, pompando sui nuovi pedali (basso, chitarra e batteria) con un’andatura sostenuta. Il batterista Chris Brown è stato sostituito da Daniel Fasano, il bassista Matt Hunter da Mathieu Albiac ed i due chitarristi Eddy Santacreu e Luke Cuerden dal solo Tom Fremont (in realtà accompagnato da Kortini). Riff elettrico selvaggio per “No Strings Attached”, mentre la batteria affonda in un ritmo ossessivo e Lex Koritni modella la sua voce al tiro, agli strumenti e, tra smorfie e sussulti, si snoda il primo solo della sei corde: potente e dal suono ad alto voltaggio. “For The Love Of The Game” gode di quel pulsare da tradizione AC/DC, dove il gioco tra gli spazi di silenzio, il beat pesante, l’effetto slide rilassante, diventano progressivamente struttura e coro unisono di forte impatto. “Tonight”, se vogliamo è l’unica sorta di semi ballad, composta con una linea interessante, che fa emergere la destrezza vocale di Lex che, sulle note fantasma di Fasano, crea vocalmente una melodia elettrica, altalenante e crescente. Bella ed innovativa rispetto al loro background. Funky groove per “Long Overdue”, e quel cantato che si insinua in modo eccellente potrebbe ricordare gli Aerosmith. “Far Cry From No. 1” è l’espressione dell’identità Koritni che omaggia tra sbuffi cantati alla Steven Tyler, con piccolissime sfumature rockabilly, il riff di “Oh, Pretty Woman” di Roy Orbison. “Bone For You” dal heavy dialogo tra basso/batteria è un martelletto trionfante. E’ un album ricco di assoli di chitarra. La batteria di “Better” è ammaliante. “Born To Lose” ha un impatto cinetico: colpisce e ti smuove! “Funny Farm” è la traccia più hard e veloce. “Go Hard Or Go Home” fa capire l’intensità del progetto, che non vuole essere per nulla al mondo essere scemata. Torna l’ennesimo graditissimo monologo della sei corde. Poi “Last Time” reinventa un trucco per non distogliere la mia attenzione. E senza tentennamenti “Take It Off” conclude il progetto con un ulteriore riff riuscito, e con il suono cromato dei piatti che conquista. Credo che ‘Long Overdue’ potrebbe essere apprezzato dagli ascoltatori di Electric Mary, The New Roses, The Temperance Movement, e da chi ancora non si è stufato del R&R.

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