JORN: DIO
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05/07/2010Poco dopo aver appreso che uno dei più grandi cantanti di tutti i tempi (non importa specificare se di rock, metal o di altro) ci aveva lasciato, i magazine di tutto il mondo annunciarono l’uscita di 'Dio', ottava fatica solista (live e greatest hits esclusi) del biondo vocalist. Messe da parte le polemiche, alimentate anche da una non casuale pioggia di album in arrivo celebranti l’ex ugola di Black Sabbath, Rainbow, Elf ed Heaven & Hell, concentriamoci sul lavoro svolto da Lande e dalla sua band. Finita d’intonare la lunga e inedita "Song for Ronnie James" (sentito lento che si apre in un mid-tempo ricco di melodia e pathos) Jorn snocciola, uno dopo l’altro, una serie di assi della discografia del buon Ronnie che pescano soprattutto dal duo 'Holy Driver'/'Dream Evil', toccando qua e là Rainbow e Black Sabbath senza essere per forza un "meglio del meglio" quanto piuttosto una selezione personale. Ottima la produzione, i suoni granitici e gli arrangiamenti fedeli agli originali nonostante qualche piacevole rinfrescata. L’acquisto chiaramente è giustificato dall’ascoltare la prova (superata) del cantante svedese che non si risparmia per tutta la durata di questo tributo postumo (nato e inciso però prima dell’improvvisa scomparsa di R.J.Dio) che consente degnamente, a chi non ha mai conosciuto pezzi importanti che hanno fatto la storia del genere (quante band hanno coverizzato "Kill the King"?), un assaggio che non potrà che completarsi acquisendo tutti i lavori che vantano la firma di Ronnie sia in gruppo, sia da solista. L’unico avvertimento che mi sento di fare a Lande è che la troppa esposizione (molti album usciti/in uscita in poco tempo) e il suo essere ultimamente il condimento di troppi progetti, bands e rock opere, potrebbe intaccare quel favore che i fans del rock'n'roll continuano (giustamente) a tributargli. Nuovamente, ma è ormai quasi superfluo farlo notare, l'artwork che impreziosisce l'album del "Coverdale di Rjukan" si rivela molto curato e di sicuro impatto.
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