JETBOY: Born To Fly
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06/02/2019Chi si ricorda dei Jetboy, promettente band nata nella prima metà degli anni '80 con il loro hard blues venato di sleaze che ha dato alla luce due importanti lavori tra il 1988 e il 1990 ('Feel The Shake" e il successivo 'Damned Nation')? Pochi, scommettiamo. Eppure il loro materiale aveva tutte le prerogative per ben figurare; la loro proposta, pur nella semplicità strutturale, si poneva in piena concorrenza con act ben più famosi quali Cinderella e Poison ma per una serie di cause la band di Frisco non è riuscita ad emergere, rimanendo confinata nello status di cult band. Dopo trent'anni di oblio è giunto anche per il carismatico vocalist Mickey Finn rimettere in piedi i cocci e dare una nuova vita ai Jetboy richiamando i due chitarristi Fernie Rod e Billy Rowe, e lo fanno con un lavoro ricco di sostanza grazie ad un sound figlio legittimo dei seventies (Slade, Rolling Stones) che si sposa in modo impeccabile con la metrica degli AC/DC, un sound monolitico che sfugge decisamente ai lustrini dell'hair e glam metal testimoniato anche dal look dei componenti decisamente lontano da spandex, capelli cotonati, fondo tinta e altre amenità, qui ciò che conta è la sostanza, l'anima sleaze rock 'n' roll, canzoni che sbattono nelle nostre facce freschezza, vigore atletico, gusto blues a profusione con un momento di tregua (lo possiamo rinvenire nella ballad "The Way That You Move Me, ricca di spunti alla Stones). Da tenere d'occhio anche i testi, lontani dalle consuete tematiche festaiole, fatta eccezione per la conclusiva e urgente "Party Time", ma più a stretto contatto con la dura realtà odierna analizzando le varie problematiche con una certa ironia. Complimenti Mickey!
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