ISKALD: Innhøstinga
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17/07/2018Quinto capitolo in studio per i norvegesi Iskald, progetto che segue il verbo della scuola degli Immortal ed a tratti dei Windir, scomodando anche il concetto di pagan. Taglienti digressioni thrash e melodie care alla scuola del paese di appartenenza sono le particolarità della band. Pioggia incessante lascia spazio a squarci, aperture armoniche che fanno breccia per calore e capacità di coinvolgere l’ascoltatore. Schema collaudato, però ben rappresentato da un progetto di qualità, attento ai particolari e non a caso approdato ad una label come Indie Recordings. 'Innhøstinga' presenta molte variazioni sul tema principale, capace di non lasciarsi andare completamente al verbo del filone, mescendo con sapienza influenze e generi. Non ci troviamo di fronte al disco del secolo o all’innovazione avanguardistica del black norvegese, ma ciò non toglie come la qualità dei brani e le strutture possano soddisfare anche palati più raffinati. Dissonanze, tonalità di voci sofferte ed intrecciate ad un’aggressività che riesce ad emozionare, sono l’arma in più per una band dal tasso tecnico elevato e dalla raffinata capacità compositiva. Gli Iskald si attestano nella fascia medio alta della scuola norvegese, avendo forse l’unico neo di non avere quel tratto, gestualità o accento distintivi. Riconoscibilità che auguriamo loro, magari con quel tocco di genialità e follia che ad oggi manca, ma che non deve far pensare ad un’uscita senza spina dorsale. Chitarre affilate, repentini cambi di tempo e direzione vi terranno incollati ad un full-length che per dinamicità ed adrenalina non è secondo ad alcuno. Stesso discorso per il gusto per le armonie, respiri profondi che vi catapulteranno in dimensioni oniriche, in cui tempo e spazio non hanno confini. Viaggio tra tradizioni pagane e distanze siderali, spirito che si alza e disperde nel tutto che lo circonda, silenzio profondo nel quale l’esplosione di un sole ci abbaglia e lascia incantati.
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