INQUISITION: Obscure Verses For The Multiverse

Che il black metal più puro stia vivendo un momento di grande cambiamento è ormai cosa certa già da un bel po'. Tralasciando le band che nel nome dell’evoluzione musicale hanno quasi tagliato i ponti col passato, voltando lo sguardo all’orizzonte avant-garde, possiamo mettere da una parte i Darkthrone, che con la loro sferzata anni ottanta, tra punk e Motorhead, stanno portandosi dietro diverse band vecchie e nuove, che ha loro volta si dividono su chi tributare tra Hellhammer e Bathory, Celtic Frost e Venom. Dall’altra invece ci sono i gruppi che continuano a suonare in modo classico; devastanti e agguerrite macchine da guerra che imperterrite suonano la loro musica nera e blasfema senza curarsi di nulla. A riportare un po di ordine in questo tetro scenario, ci vengono in aiuto i veterani Inquisition che, ironia della sorte, hanno nel nome la migliore risposta a questa introduzione. Oltre venti anni di onorata carriera, devoti alla causa black metal sin dai tempi del monumentale primo full-length 'Into The Infernal Regions Of The Ancient Cult'. Il duo statunitense rimette il pentacolo in mezzo alle candele, celebrandone l’essenza con un disco di immensa malvagità. Nelle nove tracce che compongono 'Obscure Verses For The Multiverse' (+ bonus track nella versione in vinile), troverete potenza, cattiveria e blasfemia disseminate con la maturità di chi sa cosa significa suonare in maniera estrema. Ci sono i riff lenti e grevi, seguiti da accelerazioni furiose, momenti old school e passaggi più attuali, pause soffocanti e colpi improvvisi sferrati senza pietà. La nera fiamma dei primi Immortal e Mayhem continua a bruciare forte in casa Inquisition, come se il tempo non abbia per nulla alterato la loro attitudine. L’approdo su Season Of Mist è un traguardo meritato per questo act fondato in Colombia nell’89, che possiamo tranquillamente considerare come la migliore black metal band d’oltreoceano.