INNER SANCTVM: Christi Testamenta
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28/12/2012Essere una delle rare band provenienti dal Montevideo a suonare extreme metal è una cosa di cui andarne molto fieri. E non è certo l'unico aspetto positivo che si portano dietro, visto che dal 1989 ad oggi sono ancora in attività, e compreso questo nuovo album sono giunti al secondo full-lenght dopo aver suonato con i Sarcofago, e superato non poche difficoltà a livello di tensioni nella formazione. Vuoi per problemi logistici e di distanza, che a livello organizzativo-musicale come più spesso accade. Dopo mille ripensamenti sul riformare o meno gli IS (anno 2006-2009 circa), gli Inner Sanctum finalmente ritornano ufficialmente in attività. La line-up viene riassestata, e oggi ci troviamo con un quartetto che è sotto contratto per un'etichetta italiana. Per quanto la melodia su cui si basa l'intera "Waking The Dead" faccia un po' sorridere, bisogna sempre e comunque riconoscergli di aver scritto un buon album e riconoscere lo sforzo fatto. "The Good Shepherd" per un attimo sembra mostrarci un aspetto inedito, ma bastano pochi secondi per farci ricredere che lo standard seguito dalla band è quello dei precedenti brani. Non manca il tributo ai Celtic Frost, indubbiamente l'influenza per eccellenza di tutte le bands estreme, assieme ai Bathory ed ai Venom. E' un death metal roccioso senza troppe pretese dove fanno capolino alcuni ricami di chitarra solista forse un troppo acerbi, e la voce di Anton (chitarrista nell'ultimo disco dei grinders Lock Up) che pare non volersi spingere più di tanto così come il muro di chitarre che definisce 'Christi Testamenta'. Probabilmente la motivazione è da ricercare nella loro preparazione musicale, questo non potremo mai saperlo, magari il terzo disco, come spesso capita, ci farà ricredere su ciò che abbiamo detto e gli Inner Sanctvm avranno imparato anche giocare la carta della velocità. Che non è certo tutto in un disco, questo è vero, ma di sicuro all'album manca un certo dinamismo di fondo.
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