INGLORIOUS: We Will Ride
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17/02/2021"Questa è la miglior rock band inglese da...beh, potrei dire dai Darkness, ma in verità penso dai Led Zeppelin. Cantante spettacolare, band spettacolare". Il noto produttore Kevin Shirley, con queste parole, avrà forse esagerato? Io non lo so, ma ciò non toglie che gli Inglorious sono un gruppo a dir poco speciale che, se il mondo andasse per il verso giusto, meriterebbe il quadruplo del successo che ha. Dopo lo stupendo "Ride To Nowhere" del 2019 la band rivoluziona gran parte della line up, con la coppia di nuovi chitarristi Danny De La Cruz/Dan Stevens ed il bassista Vinnie Colla che vanno ad aggiungersi ai membri originali, il drummer Phil Beaver e il fenomenale cantante Nathan James. Cambia quindi l'ordine dei fattori, ma ciò che non cambia è il prodotto finale, che ancora una volta lascia a bocca aperta: basterebbe il letale tris iniziale, infatti, per capire che siamo nuovamente di fronte ad un disco di caratura superiore! "She Won't Let You Go", "Messiah" e "Medusa" ci introducono nuovamente dentro l'hard rock viscerale della band, che pesca dai padri putativi della scena britannica (Deep Purple e Whitesnake su tutti) ma li rielabora ed attualizza in produzione (ottimo il lavoro di Romesh Gogandoda), personalità e melodie, non risultando delle inutili copie carbone che puzzano di vecchio lontano un miglio, come molte revival band che infestano la scena odierna. I nuovi chitarristi non sbagliano un riff ("Cruel Intentions"), con interventi solisti equilibrati e "su misura" per ogni traccia ("We Will Meet Again"), gli arrangiamenti sono uno spettacolo, e la voce di Nathan...bhe, cosa devo dirvi che già le vostre orecchie non sappiano "raccontarvi" nel dettaglio? Stiamo semplicemente parlando del cantante più spettacolare e talentuoso che ci sia in circolazione nel genere, capace di esaltare e far venire i brividi sia quando calca sulla parte "calda" del suo timbro ("My Misery", "God Of War") che quando "apre" la voce senza ritegno ("He Will Provide" o la clamorosa conclusiva "We Will Ride") col suo timbro graffiante, facendo venir voglia di appendere il microfono al chiodo a qualunque cantante voglia cimentarsi con qualcosa che possa almeno avvicinarsi alle sue prestazioni. Insomma, un fenomeno vero e conclamato, che impreziosisce canzoni che sono "una bellezza": incalzanti, catchy, capaci di piantarsi nel cervello con innata naturalezza dopo un paio di passaggi, fluide e mai banali. Quarto disco, quarto centro: se amate la musica con la M maiuscola e volete far felici le vostre orecchie, prendete e godetene tutti!
Jack Russel
21/02/2021, 23:02
Grande album, e tu scrivi da dio, complimenti