INFRARED: Saviours
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14/06/2018Fuoco divampa spargendo fiamme e divorando ciò che gli capita nell’ultima fatica in studio dei canadesi Infrared. Il sound proposto è un thrash metal classicamente ancorato alla scuola anni Ottanta, con alcuni lapilli speed ed heavy a impreziosirne le tracce. Ci corre alla mente un paragone con i conterranei Sacrifice, ma anche con Whiplash, Metallica e Razor. Un sound dalle radici fortemente ancorate alla old school, brani veloci e taglienti che a tratti si sfumano in melodie classic, per poi risalire verso cime puramente thrash. La componente heavy è costante che soggiace nei pezzi, strutture che portano anche alla scuola degli Slayer. Tanti paragoni scomodi ed improtanti, che però vi devono dare l’idea dell’efficacia e della forza di una band che sa il fatto suo. L’incalzare delle ritmiche vengono illuminate da chitarre sibilanti, assoli pungenti che poi sfociano nelle classiche corali vocalità del genere. Brani come ‘All in Favour’ restano nella testa, ma non finiscono nell’essere banali come purtroppo spesso accade. Non è solo il deja-vu o il copia-incolla ciò di cui i canadesi si fanno portavoce. Vero che molto risulta già visto, ma l’incalzare delle ritmiche e delle chitarre non sempre sfociano in ciò che ci aspetteremmo, così che l’immediatezza fa da spalla ad una sofisticatezza innegabile. 'Saviours' è una bordata che sa quando fermarsi, per contemplare ciò che la circonda, una sorta di gioviale entusiasmo che sublima in una saggezza consapevole e meditata. "They Kill for Gods" è il condensato di tutto ciò, un epico crescendo di enfasi sentita, che profondamente segna l’adrenalinico entusiasmo degli episodi precedenti. Gli Infrared non inventeranno nulla di nuovo, ma riescono comunque a convincere a pieno per qualità e capacità di formare un contesto fresco nel quale abbracciare un thrash che risulta loro. Se siete stufi delle band clone, ma siete dei nostalgici e ricercate la old school, qui potreste trovare piena soddisfazione. Album impetuoso, ma mai fine a sé stesso, rispettoso del passato, ma non schiavo dei clichè.
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