HUATA: Atavist Of Mann
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30/05/2012Vintage è il primo aggettivo che salta in mente ascoltando le sonorità sporche che fuoriescono dai solchi del primo parto sulla lunga distanza di questa band transalpina (sessantre minuti di durata racchiusi in sei brani) per la cui uscita si sono coalizzate addirittura cinque label: Boue Records, Odio Sonoro, PsycheDoomelic, Throatruiner e Mordgrimm (neanchè dovesse uscire il nuovo disco dei Black Sabbath). Un sound oscuro, psichedelico, imponente e ridondante allo stesso tempo, molto vicino a band quali Electric Wizard, il Sabba Nero e Goblin (per le atmosfere orrorifiche) ammantati da un organo hammond che spesso straborda i valichi entro cui dovrebbe essere confinato fino a riempire un intera traccia di pura paranoia psichedelica come "Thee Imperial Wizard". Le coordinate stilistiche tendono anche ad un precursore nostrano, tale Paul Chain che proponeva tutto ciò più di trant'anni fa ('Detaching From Satan') in "Part I - Test Sum Capri"; da qui in poi dipanano un sound completamente diverso, infatti massiccie sono le dosi di sludge che prendono il sopravvento sull'organo in "Part II - Templars Of The Black Sun". Sarà un caso, ma ben due volte su quattro in cui abbiamo ascoltato questo disco siamo stati colti da mal di testa.
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