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HELLIGATORS: Hell III

data

11/06/2019
85


Genere: Heavy Metal, Hard Rock
Etichetta: SlipTrick Records
Distro:
Anno: 2019

Alla faccia del bicarbonato di sodio avrebbe detto il Principe De Curtis, in arte Totò, come sentenza di stupore positivo. E questa frase racchiude alla perfezione il sound di questo album della formazione romana degli Helligators, vivi e vegeti dal 2009. Loro quarto lavoro, terzo long play (ecco il motivo del 3 nel nome...), registrano e si danno dal 2011 ai lavori in studio. L'album è una sequenza continua di controsensi, positivamente parlando: è monolitico, grosso, potente, sempre fedele a sè stesso nelle sonorità mai stantie, ma al contempo è duttile e versatile, con una tracklist variegata e molto molto ben elaborata nella sua progressione, mai noiosa. Scorre via veloce, come un sol tiro di sigaretta, ma resta lì in mente, si fissa, con melodie nemmeno troppo orecchiabili, ma forti, che nel loro suono girano in modo costante nelle sinapsi di chi ha la ventura e la fortuna di ascoltarli. E' un album immediato all'ascolto, ma per nulla semplice da comprendere. Insomma, è un piccolo gioiello questo conglomerato sonoro dei cinque dell'Urbe eterna. Chitarre grosse che spesso suonano al limite dello stoner per quanto saturano i distorsori, ma non impastano mai, sono sempre definite e precise, si distinguono perfettamente dalle linee di basso nonostante le sei corde hanno tendenza al suono molto grave e profondo. Il batterista ha talento e gusto; ha un bel groove, mai ripetitivo. E il cantato è graffiato, mascolino, quasi da southern rock nella sua impronta. Tecnicamente, signore e signori, io posso solo fare un plauso. Si sente che sono "gruppo" e non "band", per chi coglie la dolce sfumatura di diversità tra i sue sintagmi. Critiche? Si, come sempre accade, nulla è perfetto. E proprio questa loro imperfezione, questi tratti umani, questi tratti patetici nel senso più greco del termine (pathos), il generare empatia con l'ascoltatore è un punto di forza. Non sono assolutamente creati a tavolino, come alcune strutture dei loro pezzi forse un po' troppo "studiate", e si sente la passione in ogni testo, ogni nota, ogni colpo che viene riprodotto in questo album. Io, onestamente, lo metterò nella playlist della mia auto perchè credo sia un meraviglioso esempio di musica da strada.

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