HEIDEVOLK: Batavi
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17/03/2012Tagliano il traguardo del quarto full-lenght (più un Ep) gli olandesi Heidevolk, e lo fanno con un disco che di primo acchito risulta meno scanzonato (vogliate passarci il termine) dei precedenti lavori: sono difatti stati decisamente accantonati intro epico-acustici e strumenti tradizionali che donavano alla proposta pagan metal del quintetto la connotazione folk. Quindi composizioni dirette e senza fronzoli, pur mantenendo una epicità di fondo (come nel caso dell'opener "Een Nieuw Begin", dal riff portante che ricorda da vicino addirittura gli Iced Earth, oppure "De Toekomst Lonkt" e "In Het Woud Gezworen", quadrate e più classicamente power metal), con inserti folkloristici ridotti all'osso (per non dire quasi per nulla intelligibili) come in "Wapenbroeders", "Einde Der Zege" e la già citata "De Toekomst Lonkt", e accelerazioni ai confini col black metal ("Het Verbond Met Rome"). Unico brano acustico e strumentale la sognante "Veleda". Al tirar delle somme forse con 'Batavi' gli Heidevolk hanno perso qualcosa in termini di appetibilità e divertimento, ma hanno guadagnato sotto il profilo della versatilità e personalità, cosa assolutamente da non trascurare. Per quanto ci riguarda un deciso passo avanti.
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