GRIME: Grime
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09/07/2012Lavoro d'esordio per i friulani, già in studio di registrazione per la prova sulla lunga distanza; immediatamente notati e contrattualizzati dalla cult label inglese Mordgrimm. Il dischetto in questione ci detronizza con uno sludge metal tsunamico (Iron Monkey, Eyehategod) che più estremo non sarebbe possibile raggiungere; suoni ipersaturi e ribassati ("Self Contempt"), ritmiche lente e inesorabili ("The Journey"), senza nessuna pietà per l'ultimo dei malcapitati; non sono capaci solo di pestare mortalmente, sanno virare verso sonorità sabbatiane ("Charon"), e si buttano a capofitto anche in uno stoner molto trascinante ("Born Sick"), aggiudicandosi anche il premio per il titolo più ilare dell'anno: "Wife Beater". Fin qua nulla da eccepire, anzi il risultato è oltremodo interessante, annichilente e meritevole di ottimi voti se non fosse per la voce; sì consona al genere, pari alle urla di una vittima delle torture dei suppliziati di 'Hellraiser', ma abusata all'inverosimile, non concede un attimo di tregua, non smette mai di urlare, non cede mai il passo agli strumenti permettendo di apprezzarne il maelstorm di cui sono capaci, esaltati da una produzione che non lascia spazi vuoti nel suono. L'album necessita di due distinti giudizi: 80 per la musica e 40 per la voce, il voto finale si determina facendo la media tra i due.
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