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CROWBAR: Zero And Below

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25/03/2022
80


Genere: Sludge Metal
Etichetta: MNRK Heavy
Distro:
Anno: 2022

Più di trent’anni di carriera, violento sludge metal del sud degli Stati Uniti, una barba che ha fatto scuola e il talento di scrivere brani dotati di riff così corpulenti e massicci da spazzare via qualsiasi competitore: questi sono i Crowbar. Arrivati ormai al loro dodicesimo full-length, la creatura dalle fattezze sludge doom metal, con in testa il leader indiscusso Kirk Windstein, è sempre fonte garantita di ottima musica. Dopo l’ottimo album solista del frontman ‘Dream In Motion’ che aveva mostrato la parte più melodica e legata all’heavy classico, dalle tinte fosche del primo doom degli anni Ottanta, il quartetto di New Orleans torna a far sentire il suo ruggito più crudo, amalgamato a tinte decisamente più hardcore. Dopo l’uscita dei primi singoli pubblicati, “Chemical Godz” e l’opener “The Fear That Binds You”, mi aspettavo un buon album dal piglio classico nello stile della band e in effetti il primo ascolto di questo ‘Zero And Below’ mi ha lasciato una buona impressione, ma niente di più di ciò che mi aspettavo. Entrando più nel merito dei brani e sommando gli ascolti ho dovuto ricredermi e ammettere che il risultato era migliore di quello che avevo pronosticato. L’attenzione alla melodia è sempre ben bilanciata con la ruvidezza estrema del cantato, ma sempre elegante e dal piglio decisamente emotivo, vedi la conclusiva nonché titletrack “Zero And Below” e la fumosa “Denial Of The Truth”. Mi ha molto colpito il riffing particolare di “It's Always Worth The Gain”, abbastanza inusuale per i Crowbar, ritmiche molto saltellanti ricche di cambi di groove della batteria del magnifico Tommy Buckley e le armonizzazioni tra le chitarre di Kirk e Matthew Brunson, acide e lisergiche. Ottima prova anche per l’ultimo arrivato, il bassista Shane Wesley il cui suono è sempre ben definito e valorizzato come nell’intro di “Bleeding From Every Hole”. Si è capito che quando si parla di Crowbar il sottoscritto non riesce ad essere imparziale, ma credo che questo disco rimanga un ottimo lavoro ricco ancora di quell’energia fiera e possente che si avvertiva negli album di più di trent’anni fa.

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