GREY: Whoneedsyou
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13/09/2010Il postcore dei tedeschi Grey si ispira fortemente a quello più ossessivo e disturbante. Un lavoro intenso che si fa ascoltare con molto piacere nella sua mezz’ora di durata. Ottima scelta quella del singer di variare dal tipico cantato hc, sofferto e lacerante, a linee vocali pulite come in "Through The Roof Underground". La band si assesta su coordinate tipiche del genere sferrando bordate assurde come nell’opener, o preferendo continui rallentamenti e attacchi al fulmicotone ("Girl WIth The Pornstar Name"). Chiariamo una cosa: qui non c’è qualcosa che rende essenziale o grandioso il disco, ma quando l’avrete ascoltato quella prima volta, soprattutto quando incapperete in tracce come "Earthquake Bellies Part 1", capirete dove è nascosta la particolarità di questa band che si è debitrice ai grandi nomi del postcore, ma si diverte senza pensarci un attimo a sfigurare a dovere i loro brani con delle piccole pensate niente male. Idee che poi, nella maggior parte dei casi, sfociano in ambienti progressive (la traccia di chiusura). Sempre ottima come cosa in contesti come questi. Complimenti per il coraggio e l’inventiva.
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