FERRIGNO, MARCO: HANGING GARDENS
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10/08/2006A tre anni dal precedente progetto "Promised Land", disco realizzato con il virtuoso della tastiera Vitalij Kuprij, torna il chitarrista messicano Marco Ferrigno col nuovo "Hanging Gardens". A differenza del precedente lavoro, dove le tastiere giocavano un ruolo importante, ci troviamo di fronte ad un disco più "guitar oriented": le chitarre di Ferrigno, George Bellas (guest in "Night In Babylon") e Javier Leal (ospite in "Tower Of Babel" e "Secret Garden") hanno dato come risultato canzoni prog/neoclassiche molto compatte e dal forte tasso tecnico. Quando si parla di neoclassico si tende sempre a tirare in ballo Yngwie Malmsteen, ma in questo caso il paragone non calza assolutamente: il disco, infatti, non è solamente incentrato sulla chitarra di Ferrigno e tutti gli strumenti sono ben dosati per dare l'idea di una vera band all'opera. Quindi niente stucchevoli assoli chilometrici ma tanta carne al fuoco (sottoforma di songwriting, ovviamente). Nei quaranta minuti di "Hanging Gardens" potrete farvi un'indigestione di tecnica strumentale, visto che tutti gli artisti impegnati dimostrano classe da vendere. Inoltre a livello di songwriting il disco non si dimostra per nulla malvagio: niente di eccezionale o particolarmente innovativo, intendiamoci, ma comunque le melodie risultano di buon livello e accompagnano l'ascoltatore per tutta la durata del disco, senza annoiarlo. In definitiva un prodotto per i fans del genere, che apprezzeranno i lati positivi del disco chiudendo, volentieri, gli occhi sugli aspetti negativi: a mio avviso un po' di innovazione e voglia di osare avrebbero reso questo platter speciale. Siamo comunque di fronte ad un buon disco che, pur non cambiando la storia della musica, vi saprà offrire piacevoli momenti.
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