DRUNGI : Hamfarir hugans
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09/05/2024Gli Islandesi Drungi propongono il loro primo album, dopo una serie di singoli, solo dopo sei anni dalla loro formale formazione. Il sound è un ritmato heavy rock i cui richiami ai Motorhead sono evidenti, con sfumature black doom e ambientazioni folk. Malinconia si mescola alla durezza e alla monolitica essenza delle strutture, i cui lenti sviluppi ricalcano un pensiero meditato, quasi a rimarcarne la profondità. Ci sono delle citazioni ai Solstafir, ma è indubbio come l’intercedere e gli intenti dei Drungi siano personali. L’album non pigia mai sull’acceleratore particolarmente, soffermandosi su un minimale uso delle melodie e delle strutture, tra voci marcatamente black ed evocative cadenze. Ruvidi e scevri di sperimentazione alcuna, gli artisti riescono comunque a non cadere nella banalità, con soluzioni di chitarra pregevoli ed una genuinità che trasuda in ogni singola nota del full-lenght. Ci troviamo così all’improvviso nel bel mezzo di un rituale, in cui forze della natura vengono evocate, tra citazioni pagane ed ancestrali magie ad impreziosirne le armonie. Complimenti allora, per una formula efficace e al contempo per nulla banale. Speriamo di incontrare presto di nuovo i Drungi, piacevole sorpresa di questo 2024.
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