DROWNING POOL: RESILIENCE
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16/04/2013Sono stati tra gli esponenti più in vista nella tarda golden age dell'hard rock made in USA, risalente più o meno alla fine del primo decennio del 2000. Ma la suddetta era è ormai finita, il che fa sorgere una domanda ovvia: è davvero necessario un nuovo disco dei Drowning Pool nel 2013? La risposta a priori ovviamente è no, se uno vuole il meglio del combo texano si vada a cercare 'Full Circle'; in termini di qualità compositiva la scena hard rock ha già dato il suo meglio, anche se alla fine questo 'Resilience' non è proprio un brutto disco. Se fino all'anno scorso i Drowning Pool erano capitanati da Ryan McCombs (ex frontman anche dei Soil), con l'ingresso alla voce di Jasen Moreno il sound del gruppo si è avvicinato ancora di più a band come Five Finger Death Punch, Rev Theory e, perchè no, A Day To Remember. La tracklist prevede tredici brani, di cui undici sono dei veri e propri cazzotti in faccia, una è una ballad atipica ("Bleed With You") e uno è un lentone in crescendo (l'ottima "In Memory Of"). La parte iniziale del disco è la più convincente: da segnalare ci sono sicuramente l'opener "Anytime, Anyplace", la magnifica "Die For Nothing", e "One Finger And A Fist", tre chicche che hanno come punto di forza riff contagiosi e ritornelli da sing along. Ma il disco non è tutto rose e fiori. Il limite per un lavoro del genere risiede proprio nella sua lunghezza: le canzoni ad un ascoltatore disattento possono risultare molto simili tra loro, e sicuramente una versione più snella dell'album, magari con due o tre tracce in meno sarebbe stata più appetibile. Ma ciò non vuole sminuire l'efficacia di 'Resilience', che pur avendo qualche neo riesce a dare un'altra conferma della solidità compositiva dei Drowning Pool, che pur non stravolgendo la loro proposta riescono a sfornare un buon disco in un periodo in cui la scena musicale a loro attinente sembra trovarsi in una fase di stallo. E scusateci se è poco.
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