DRAWN INTO DESCENT: The Endless Endeavour
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16/07/2019Malinconia e depressione si mescolano ad una sensibilità spiccata nell’ultima fatica in studio dei belgi Drawn into Descent. 'The Endless Endeavour' segue l’omonimo primo album di ben quattro anni fa. Full-length ricercato che mette insieme sfumature doom ad un black metal che guarda al post rock ed allo shoegaze. Armonie soggiacciono a suoni corrucciati, mestizia che non regala vie d’uscite. E’ dolce naufragare in un oceano in cui ipnotiche ridondanze e sentimentali gestualità che, proprio per la loro consistenza rarefatta, esaltano il lato black del disco. L’espressività della voce incarna un pianto in cui delusione e scoraggiamento trovano un’ideale pace in un cupo silenzio, pianto che lascia svuotati ed inermi, ma liberi. Sguardo si perde nel nulla, immagini sfocate che non destano più cattivi presagi e che diventano ombre indistinte di angosce e sofferenze. Un disco lugubre, che segue vie già intraprese da Alcest e similari, un viatico che non stravolge e che, dignitosamente, rappresenta amarezza ed abbattimento. Niente di nuovo all’orizzonte, così che il secondo capitolo dei Drawn into Descent si mescola flebilmente al filone, diventando una delle tante uscite di genere. Niente di così grave, ma è indubbio come manchi qualcosa che li renda distinguibili e come anche ci sia un fuoco morente tra molti altri già spenti. Tecnicamente The Endless Endeavour non ha particolari difetti, ma questa disforia, questo lasciarsi andare non considera la complessità di uno stato mentale ed emotivo tutt’altro che scontato. Il tempo ci dirà come e se evolveranno le cose.
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