DOOMED: Wrath Monolith
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17/01/2016Pierre Laube, ancora lui! Terzo album in quattro anni per la sua one man band, e non si puo' dire che non abbia i prodromi della determinazione teutonica pubblicando dischi a cadenza impressionante e regolare. Colpisce la sua capacità di ricorrere a soluzioni mai banali, pur non essendo frutto di una sinergia di menti, e la costante crescita in termini di qualità dei suoi lavori; dissonanze, spaccati progressive che richiamano gli Opeth in "Our Ruin Silhouettes", "I’m Climbing", e sanno essere molto toccanti - "Looking Back" - a cui fanno da contraltare i breakdown di "Euphoria’s End". La colonna vertebrale del lavoro è composta da cavernosi e deprimenti mid/slow tempo di doom/death metal come in "Looking Back", molto vicini ai My Dying Bride, e talvolta al funeral doom, mentre le dinamiche evolutive evitano accuratamente i cliche' classici del genere. Come nelle uscite precedenti ama corredarsi di ospiti di gran livello: Pim Blankenstein (Officium Triste and The 11th Hour), Ed Warby (Hail Of Bullets - The 11th Hour), Johan Ericson (Doom:Vs - Draconian), i quali aggiungono un ulteriore tocco di personalità e mefistofilia all'opera (ascoltate le doppie voci growl/screaming e anche growl su growl), e sono segno tangibile della stima che si è guadagnato nell’ambiente. Produzione sempre di buon livello con suoni rocciosi, deprimenti e ribassati, mentre per la copertina (sempre di dubbio gusto) Pierre continua ad utilizzare il verde ed il nero; un occhio attento riuscirà a scovare tanti particolari nascosti tra i quali la raffigurazione dei tre continenti: Europa, Asia e Africa da cui penzola un impiccato, il resto lo lasciamo scoprire a voi. Lavoro estremamente interessante consigliato agli amanti del genere.
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