DEMIURG: SLAKTHUS GAMLEBY
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04/08/2010E' legittimo, oseremmo sacrosanto, aspettarsi grandi cose da una band che annovera il genio svedese Dan Swano tra le sue fila, in questa sede nelle vesti di tastierista e chitarra solista. E non sarebbe stato assurdo aspettarsi molto anche dai Demiurg, band che fino a questo momento si è mossa egregiamente nell'underground, che con questo terzo album non riesce a fare il colpaccio che a questo punto ci si aspettava. D'altra parte, 'Slakthus Gamleby', resta un lavoro di tutto rispetto, sofisticato ed equilibrato tra vecchia scuola e moderno, dove si amalgamano i riff di pura scuola Gothemburghiana anni Novanta (i primi Bloodbath si sentono tutti), il gusto moderno delle tastiere di Swano, l'equilibrio tra le linee vocali dei due Johansson: il pesante growl di Rogga e le modernità clean di Pär. Nell'insieme trova posto anche un inserimento vocale femminile, che si manifesta fin dall'opener "Life Is Coma". La vocalist, nientemeno che Marjan Welman degli Autumn, si dimostra naturalmente brava e capace, quantunque non se ne sentisse il bisogno, poiché il suo inserimento appare quasi una forzatura, per certi aspetti. Di sicuro abbassa (e non di poco) l'aggressività del lavoro, che comunque si mantiene sempre su buon livelli grazie al suo spirito progressivo (inevitabili i richiami agli Edge Of Sanity) e all'altissimo livello professionale che investe l'intero lavoro, dagli arrangiamenti alla produzione. Insomma, sarebbe legittimo aspettarsi di più, ma 'Slakthus Gamleby' è comunque un ottimo esperimento stilistico. Da accademia.
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