DEL RIO, JOSE: JOURNEY INTO THE FOURTH DIMENSION
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28/07/2006Ma cos'è 'sta roba? Più che un viaggio nella quarta dimensione, perdonate il francesismo, è un viaggio all'interno di una gran rottura di palle. Ce la procura Jose Del Rio, chitarrista cileno dalle indubbie capacite tecniche, ma dall'altrettanto indubbia incapacità compositiva. La Lion Music tenta di far passare questo disco come un "neoclassical progressive shred project". Di shred ce n'è in abbondanza, effettivamente, molto shred. Pure troppo. Ed assolutamente fine a sè stesso, tant'è che risulta alquanto evidente che le lezioni in merito impartite dal buon Joe Stump risultano vane. Con il supporto di Vitalij Kuprij alle tastiere(che spreco!), di una folta schiera di misconosciuti ospiti, nonchè l'aver scomodato un soprano(Pilar Aguilera) per interpretare l'unico brano cantato, "Nel Mezzo Del Cammin", ispirato all'inferno dantesco, il guitar hero delle Ande ci propone brani sparati a velocità supersoniche in cui l'ammontare delle scale sfagiolate raggiunge vette insostenibili, e più volte ripetute fino allo sfinimento uditivo, e brani con lunghe intro ed intermezzi con chitarra classica che nel tentativo di fare da controaltare al "triggeramento" abituale diventano stucchevoli, forzati, palesemente studiati a tavolino(assai male). Un concentrato di inutilità che, sinceramente, faccio fatica a trovare in egual misura in giro. Magari qualcuno dovrebbe spiegare a Del Rio che lo shredding non è mettere su disco le registrazioni di quando ci si esercita, e che anche lo sbrodolamento perpetuo ha un suo perchè. Tirando le cosiddette somme, qui non si salva niente, neppure la produzione meno che artigianale, scandalosa, che definire da fogna(con rispetto per le fogne) non è una esagerazione. Ma cos'è 'sta roba?
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