DAWNRIDER: The Fourth Dawn
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12/03/2022Quarto capitolo per i portoghesi Dawnrider e primo LP pubblicato sotto l'egida della Alma Mater Record di un certo Fernando Ribeiro che non necessita di presentazioni. Dopo un silenzio durato ben otto anni, la compagine capitanata da Hugo “Rattlesnake” Conim ritorna a calcare la scena del doom "made in Portugal" e lo fa con il proprio bagaglio di sguaiati e slabbrati riff heavy frammisti a guizzi di groove psichedelico. Dopo una breve intro (presente solo sulla versione CD) dal sapore medioevaleggiante e cavalleresco, i nostri partono di gran carriera con "The Order Of Dawn"; brano caratterizzato da un energico riff introduttivo accompagnato da un drumming martellante che trascina il brano verso un refrain ampio e anthemico. Se nella prima parte del brano possiamo apprezzare la natura più heavy dell'anima dei Dawnrider, nella seconda metà vediamo emergere la parte più oscura, vero leitmotiv della band; i ritmi rallentano diventando soffocanti e claustrofobici riportandoci alla memoria il primigenio doom europeo alla Candlemass. Questa anima nera riemerge prepotente in "Reaching Glory" e "Unwanted Sorrows", entrambe connotate da ritmi molto cadenzati dal mood sinistro che ricordano l'esordio dei padrini Black Sabbath, di cui avevamo già avuto un primo assaggio con il singolo "The Final Call" che ripercorre gli stessi stilemi dei già citati brani. Il riffing risulta alquanto minimale, dilatato, greve, anche se non mancano veri e proprii lampi in up-tempo che rendono le composizioni più dinamiche e variegate, nonché meno prevedibili e scontate all'orecchio di chi ascolta. É sulla conclusiva "Lord", brano lento ma allo stesso tempo ritmato e granitico con delle venature prossime allo stoner che la band si accommiata dopo aver offerto una prova che possiamo giudicare convincente e che, seppur in un panorama inflazionato dove nulla di innovativo viene e può essere proposto, non può che soddisfare il palato di vecchi e nuovi doom-aficionados.
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