MAHOGANY FROG: SENNA
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18/02/2013Chi sono questi pazzi canadesi? Che musica propongono? La risposta alla prima domanda è assai semplice, mentre per la seconda è praticamente impossibile dare una risposta precisa, o quantomeno che descriva al meglio il loro stile o il contenuto del loro ultimo disco. Il quartetto dei Mahogany Frog arriva alla sesta avventura discografica con questo 'Senna', un lavoro molto originale e assai inqualificabile, ricco di soluzioni musicali differenti e apparentemente inconciliabili tra loro. La bravura del gruppo sta infatti nel sapere legare questi ingredienti in maniera soddisfacente, riuscendo a proporci un piatto tutt'altro che indigesto dentro il quale troveremo elementi di musica elettronica da "navicella spaziale", minimalismo krautrock, muri poderosi di chitarra elettrica, trame d'organo a volte psichedeliche, a volte maestose, e per finire passaggi sfuggenti e assolutamente indefinibili. Il disco (completamente strumentale) ci avverte fin da subito a cosa andremo in contro, e con le due parti di "Houndstooth" assistiamo ad un concentrato di elettronica, riff d'organo e di chitarra molto agressivi e decisamente vorticosi sorretti da un'atmosfera claustrofobica a volte molto palpabile. Con "Expo' 67" gli ingredienti sono quasi i medesimi, anche se eseguiti con un approccio ritmico decisamente più arrembante e variegato, mentre con "Flossing With Buddha" il gruppo si rifà molto alla psichedelia degli anni '60, con l'organo sempre molto presente sulla scena e intento a costruire passaggi armonici e atmosferici questa volta più solari. Il (folle) disco prosegue con una sorta di mini suite divisa in due canzoni a sè stanti, ovvero "Message From Uncle Stan: Grey Shirt" e "Message From Uncle Stan: Green House". La prima inizialmente presenta delle sonorità a metà strada tra i Tangerine Dream e i Popol Vuh prima maniera, sfociando in aperture sonore spaziali e quasi "mistiche" nelle quali, con il passare dei minuti, il gruppo riesce ad inserirvi addirittura un passaggio (riprodotto con la chitarra e con le tastiere sullo sfondo), che non avrebbe sfigurato in qualsiasi film western; mentre invece la seconda e ultima parte è inondata da effetti elettronici di ogni sorta, anche se a poco a poco le atmosfere si fanno più rilassate e "melodiche" (il virgolettato è d'obbligo). "Saffron Myst" è un componimento dall'anima sottilmente jazz, anche se la ritmica impressa dalla batteria elettronica e dai frequenti passaggi effettati di tastiera lo rendono abbastanza atipico e quindi assolutamente poco convenzionale. L'ultimo respiro del disco spetta a "Aqua Love Ice Cream Delivery Service", brano dalle molteplici sfumature con i primi quattro minuti particolarmente potenti e rock, con passaggi d'organo maestosi e sfuriate chitarristiche, e gli altri restanti sorretti dai consueti rumori di fondo elettronici. Due parole sul mixaggio di questo disco: il suono di questo lavoro appare abbastanza sporco e polveroso, probabilmente per omaggiare i gruppi tedeschi cosmici di inizio anni '70.
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