CARNALITY: DYSTOPIA
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25/11/2014Pochi ma buoni. Un detto che calza a pennello coi Carnality, brutal death metal band riminese capace con soli quattro elementi in formazione di creare ciò che spesso nemmeno formazioni a sei riescono a fare. D'altra parte stiamo parlando di un nome ben radicato nella scena tricolore, attivo dalla fine degli anni '90 al quale i soli problemi di formazione ne hanno rallentato l’evoluzione, rendendola snervante. Due i dischi all’attivo, l’esordio omonimo del 2007 e 'Dystopia', per l’appunto. Chi ha avuto modo di ascoltare il debutto discografico e subito dopo il nuovo lavoro avrà notato da subito quanto questa band sia cambiata in meglio, non solo per via di una line-up finalmente resasi stabile ma anche nel modo di proporsi e nel dare una propria chiave di lettura al genere. Certo, stiamo parlando di brutal death metal, ma quanti nomi di questa scena sanno essere tecnici e per certi versi "raffinati" come i Carnality. Pochi, diremmo. Stiamo parlando di un disco che non lascia nulla al caso, chirurgicamente perfetto nella sua montagna di riff proposti, devastante nel suo incedere per quel che riguarda il fronte ritmico. Bastano pochi ascolti per rendersi conto di quanto sia maturato questo progetto, galvanizzato al punto da fare di 'Dystopia' un concept album ambientato su di un futuro utopistico e facendo di ogni brano una storia a sé. Una sfida che è stata vinta a mani basse in quanto brani come "Fall of the Human Ratio", "God Over Human Ruins" e "A Sysyphus Drama" potrebbero essere l’ABC del chitarrista moderno, vale a dire tecnicamente eccelso, ma non per questo fine a sé stesso nel proporre ripetutamente solos e passaggi da cardiopalma. A tutto questo aggiungiamoci poi la voce, che riesce a esprimere al meglio il mood ostile di testi e musica, mostrandosi quanto mai perfetta nella parte. Personalmente credo di poter definire questo disco come uno dei migliori capitoli brutal death metal di questo 2014, un prodotto che paga pegno a mostri sacri quali Nile, Psycroptic e Job For A Cowboy in fatto di stile, ma che ha un suo fascino. La poduzione a cura di Simone Mularoni (ormai una certezza quando si parla di determinati filoni metal) e un artwork semplicemente stupendo fanno di 'Dystopia' il classico disco da avere nella propria collezione, o che perlomeno merita di essere ascoltato almeno una volta.
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